“Il gruppo esprime una visione concettuale e pioneristica della moda. In un momento di cambiamento culturale e sociale come quello attuale, il lusso deve continuare a evolvere coerentemente con il mercato. La fluidità dei nostri dialoghi e delle nostre prospettive ci permettono di reinterpretare continuamente l’idea di lusso. Con rilevanza, sostenibilità e incisività genereremo crescita nel lungo periodo”. Sono le parole di Patrizio Bertelli, numero uno del Gruppo Prada, ad aprire il secondo Capital Markets Day della fashion house italiana dalla quotazione del 2011. L’evento è stato l’occasione per entrare nel vivo dei risultati economico-finanziari del terzo trimestre del 2021, ma soprattutto per tracciare gli obiettivi futuri.
Nel medio periodo il gruppo punta ai 4,5 miliardi di euro di ricavi, a un margine ebit di circa il 20% e a un gross margin del 78 per cento. Per un confronto, il gruppo cui fanno capo Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoe aveva archiviato il 2020 con ricavi per 2,42 miliardi di euro, mentre i 12 mesi al 31 dicembre 2019 si erano chiusi con ricavi netti per 3,226 miliardi.
Quanto alla performance del terzo quarter del 2021, il Gruppo Prada ha evidenziato un’accelerazione delle vendite al dettaglio (+18% sul 2019, con un 75% di full-price sales) e una continua crescita online (+400% rispetto al terzo trimestre del 2019), sottolineando inoltre “il progressivo miglioramento della profittabilità nel Q3 in tutte le metriche chiave, la forte generazione di cassa e ulteriore miglioramento del capitale circolante netto, la posizione finanziaria netta prossima allo zero alla fine di settembre 2021”. L’incremento delle vendite retail prosegue anche nel Q4.
Nel dettaglio dei singoli brand, nei nove mesi Prada si è portata oltre i livelli pre-Covid toccando quota 1,91 miliardi di euro (contro gli 1,84 miliardi dei primi 9 mesi del 2019 e gli 1,29 miliardi del corrispondente periodo del 2020). La maison ammiraglia, affidata alla creatività di Miuccia Prada e Raf Simons, potrebbe presto debuttare in nuove categorie merceologiche, spingendo ad esempio su linee jewlery.
Miu Miu, il marchio nato nel 1993 e dal 2006 tra i protagonisti delle sfilate parigine, resta, con 279 milioni di vendite nette nei primi 9 mesi del 2021, ancora sotto i livelli del 2019 (321 milioni di euro), ma vede un balzo double digit del ready-to-wear, rispetto a due anni fa.
“Continueremo a puntare sulla distribuzione diretta, ma anche sul canale online per servire meglio i clienti – ha spiegato Bertelli parlando dell’intero gruppo – puntiamo a raddoppiare la presenza online e massimizzare l’esperienza omnichannel”. Il target di medio periodo della società è di aumentare del 30% le vendite per metro quadro, ma anche di far crescere l’e-commerce. “L’online è passato dal 2 al 7% delle vendite retail – ha riferito sempre Bertelli -. Vogliamo arrivare a un 15% di ricavi generati da canale online, aumentando però anche quello fisico”. Il retail network vivrà, con ogni probabilità, una fase di espansione negli Stati Uniti e in Asia, mente per l’Europa si parla piuttosto di “ottimizzazione”. Il focus sarà in ogni caso sulle vendite dirette.
Dopo il takeover di Filati Biagioli Modesto, insieme a Ermengildo Zegna, Bertelli non esclude nuove acquisizioni nella manifattura. “Vogliamo portare avanti un integrazione verticale della filiera produttiva, con fabbriche sostenibili per lavoratori e ambiente per accorciare ancora di più i tempi di produzione” . In termini di time to market, una nota di Exane BNP Paribas rileva già una riduzione del 51% del numero di giorni nel 2021 sul 2019. Quanto poi alla possibilità che il gruppo diventi un “aggregatore di piccole imprese tessili e manifatturiere italiane”, Lorenzo Bertelli, marketing director & head of corporate social responsibility dell’azienda, non si sbilancia: “Se si presenteranno opportunità, le valuteremo, ma senza fretta”.
Proprio Lorenzo Bertelli ha comunicato importanti novità sul piano della sostenibilità con il varo di un piano ambizioso verso il raggiungimento degli obiettivi a emissioni-zero e la nomina di due esperti in materia ESG. Si tratta di Pamela Culpepper, founding member di Have Her Back Consulting e Anna Maria Rugarli, corporate sustainability vice president di Japan Tobacco International. Le due manager entreranno a far parte del consiglio di amministrazione di Prada, garantendo così una maggiore parità di genere. I nuovi amministratori contribuiranno ai prossimi passi della strategia di sostenibilità del gruppo e faranno parte di un Comitato ESG di nuova costituzione insieme, appunto, a Lorenzo Bertelli.
Quest’ultimo potrebbe subentrare al padre nel ruolo di amminstratore delegato tra tre anni. “Lorenzo ha l’atteggiamento giusto” per il lavoro, ha detto Bertelli in un’intervista a Bloomberg. I tempi potrebbero però essere meno definiti di quanto riporta l’agenzia americana: “La discussione è in famiglia. Non posso dire se avverrà tra 3, 4 o 5 anni. La cosa importante, per un gruppo come il nostro, è affrontare una fase di successione nel modo più corretto”, ha concluso Lorenzo Bertelli.