Richemont batte le stime nel primo semestre del suo eserzio fiscale. Ma è un’altra la notizia ad esaltare il mercato, portando il titolo della holding svizzera a superare il +8% alla Borsa di Zurigo. Il colosso di Ginevra ha infatti confermato di essere in trattative avanzate con Farfetch per trasformare la sua controllata in perdita Yoox-Net-a-Porter (Ynap) in una piattaforma industriale neutrale, dando seguito alle indiscrezioni delle scorse settimane sul rafforzamento dell’alleanza Johann Rupert-José Neves. Quest’ultima ha mosso i primi passi a novembre 2020, quando Alibaba, Richemont e la holding Artemis della famiglia Pinault hanno annunciato una global partnership con Farfetch, con un investimento complessivo di 1,15 miliardi di dollari (oltre 990 milioni di euro al cambio attuale) nella capogruppo e nella sua filiale cinese, con la creazione di una joint venture nel Gigante asiatico.
“Sono stati compiuti ulteriori progressi verso la creazione di una piattaforma neutrale a livello di settore, basata sulle più recenti tecnologie di vendita al dettaglio omnicanale, per supportare la digitalizzazione dell’industria del lusso”, spiega Richemont, specificando che le discussioni in corso includono la possibilità che Farfetch investa direttamente in Ynap come azionista di minoranza. “Altri player del settore e investitori hanno già indicato il loro interesse a investire in Ynap assieme a Richemont e Farfetch. L’obiettivo finale è che questa diventi una piattaforma neutrale, senza azionisti di controllo”, ha precisa sempre il comunicato del gigante dell’hard luxury.
Dal canto suo anche Farfetch “conferma che sono in corso trattative con Richemont in relazione a una potenziale espansione della partnership strategica esistente Luxury New Retail. Le parti stanno discutendo una serie di possibili opzioni, tra cui l’utilizzo di Farfetch Platform Solutions (FPS) per alimentare Ynap, la partecipazione delle maison di Richemont a Farfetch’s Marketplace e una partecipazione di minoranza di Farfetch in Ynap”. La piattaforma del lusso ha tuttavia aggiunto che “non può esservi alcuna garanzia che le parti saranno in grado di raggiungere un accordo su una qualsiasi delle opzioni in esame”.
La controllante di maison come Cartier, Vacheron Constantin e Van Cleef & Arpels ha chiuso i sei mesi al 30 settembre scorso (per la società è dunque la prima metà dell’esercizio 2021-22) con profitti per 1,249 miliardi di euro, a +686% sullo stesso periodo del 2020, duramente penalizzato dalla pandemia, e a +44% sui livelli del 2019. Il dato ha superato le attese del consensus Refinitiv, fermo a 1,151 miliardi di euro. Nel periodo le vendite si sono portate oltre gli 8,9 miliardi di euro, in aumento del 63% sullo stesso periodo del 2020 e a +20% sul 2019. Motore di questa progressione è il balzo “triple-digit” delle Americhe, i cui livelli di vendita si avvicinano a quelli dell’Europa, ma anche la “crescita a doppia cifra delle altre regioni”. A livello delle diverse divisioni, sono sempre le maison di gioielleria a registrare il delta di crescita maggiore, seguite dagli Specialist Watchmakers e dagli Online Distributors.
Per i prossimi mesi, Richemont ha espresso prudenza: “Il mondo post-Covid deve ancora emergere – ha commentato il chairman Johann Rupert -. Per la seconda metà dell’anno è probabile che persista la volatilità, anche in termini di inflazione e tensioni geopolitiche. Il gruppo dovrà anche affrontare comparativi impegnativi. Guardiamo al resto dell’anno con attenzione e cauto ottimismo”.