Si chiude con un segno positivo l’anno di Fast Retailing. La holding nipponica ha archiviato il fiscal year 2021, concluso lo scorso agosto, con una crescita del fatturato a 2.100 miliardi di yen (circa 16 miliardi di euro) in aumento del 6,2% su base annua.
Anche l’utile ha registrato un incremento rispetto al 2020 (+66,7%) a 249 miliardi di yen (1,9 miliardi di euro), superando anche le stime degli analisti che, riporta Refinitv, prevedevano la cifra di 149,3 miliardi di yen.
Particolarmente performanti i risultati delle vendite in Cina, Hong Kong e Taiwan, cresciute del 17% a 532,25 miliardi di yen (4 miliardi di euro).
A trainare la corsa di Fast Retailing, sono stati soprattutto i risultati collezionati da Uniqlo nel corso dei dodici mesi. In particolare, l’aumento della domanda di abbigliamento informale, dovuto al cambio delle abitudini lavorative e di vita, e il taglio dei costi, hanno fatto accelerare il brand ammiraglio della holding, la cui offerta di casual wear ha conosciuto un momento d’oro.
Relativamente alle specifiche divisioni, Uniqlo Japan ha incassato ricavi da 842,6 miliardi di yen (6,4 miliardi di euro) segnando un +4,4% sull’anno precedente. In crescita del +17,7% anche l’utile operativo a 123,2 miliardi di yen (900 milioni di euro). Uniqlo International, intanto, ha visto salire le vendite a 930,1 miliardi di yen (7 miliardi di euro), +10,2%, e registrato un utile operativo da 111,2 miliardi di yen (800 milioni di euro) a +121,4 per cento. Le vendite dell’e-commerce sono aumentate circa del 20% su base annua rappresentando il 20% di quelle complessive.
Per il nuovo anno iniziato a settembre, il gruppo, ha spiegato il direttore finanziario Takeshi Ozakaki, prevede complessivamente un utile netto di 175 miliardi di yen e un fatturato di 2.2oo miliardi di yen (rispettivamente, in euro 1,3 e 16,5 miliardi), con un primo semestre ancora potenzialmente in difficoltà per via delle incognite della pandemia e gli impedimenti nella supply chain e un secondo quarter più florido.