Anche il gruppo Kering abbraccia la filosofia del fur free. A partire dalle collezioni autunno 2022, nessuna delle maison del gruppo utilizzerà le pellicce animali. In una nota del gruppo, il Ceo di Kering, François-Henri Pinault ha dichiarato che da anni il colosso francese del lusso “ha cercato di assumere un ruolo guida nel percorso di sostenibilità, promuovendo una visione del lusso inseparabile dai più alti valori e standard ambientali e sociali”. “Oggi – aggiunge il numero uno di Kering – è il momento di fare un ulteriore passo in avanti, eliminando l’utilizzo delle pellicce in tutte le nostre collezioni. Il mondo è cambiato, insieme ai nostri clienti, e il settore del lusso deve adattarsi in modo naturale”.
La svolta fur free del gruppo è in realtà parte di un percorso che va avanti da anni. A partire da Gucci nel 2017, tutti i marchi del gruppo, ovvero Balenciaga, Bottega Veneta, Alexander McQueen, Brioni e Saint Laurent, si sono progressivamente indirizzati verso questa decisione. Nel 2019, Kering ha definito e pubblicato una serie di standard per il benessere degli animali e tali standard continueranno ad essere applicati, riguardando l’utilizzo anche di altre fibre e materiali.
Kering è l’ultimo di un ormai nutrito gruppo di marchi di moda che ha aderito alla politica fur free. L’ultimo in ordine di tempo è stato Valentino che ha annunciato a maggio di mettere al bando le pellicce dalle sue collezioni a partire dal 2022. Il trend della moda cosiddetta cruelty-free esiste da tempo, tanto che la vendita di pellicce a livello internazionale ha subito un forte calo già nel corso degli anni ’90. Tra i nomi di grandi stilisti e case di moda ad aver bandito le pellicce troviamo Armani, Michael Kors, Stella McCartney, Prada, Gucci, Versace e Jimmy Choo. Tra le aziende della moda fast fashion, invece, risultano fur free Zara, Mango, H&M, e l’italiana Ovs.