Nel 2021 il settore del lusso ha ritrovato la sua forma smagliante. Lo confermano le semestrali dei gruppi internazionali dell’alto di gamma che stanno alzando le stime di chiusra per l’anno sulla base di vendite superiori alla fase pre-pandemia. E lo confermano i multipli di Borsa elevati, indice di un settore che non conosce crisi e che si conferma un bene rifugio dove investire. Ma, per la prima volta da tempo, il luxury italiano si sta avvicinando ai valori elevati tipici del lusso francese.
Secondo il Sauvigny Luxury Index, che prende come riferimento i dati raccolti da Reuters e relativi allo scorso 30 giugno, Brunello Cucinelli è il re dei multipli in Italia con un valore Ev/Ebitda 2021 di 24x. Facendo il paragone con i colossi d’Oltralpe, il dato è inferiore a Hermés (37,8x) e ad Estée Lauder (27,2x), ma superiore a Lvmh (19,1x) e Kering (16,3x), segno che l’attenzione verso il marchio di cashmere umbro è elevato.
Tra le italiane, brilla anche Moncler con un rapporto Ev/Ebitda di 20,4x, Tod’s (17,9x) le cui azioni hanno guadagnato quasi il 21% a giugno grazie alle continue chiacchiere su M&a provocate dall’acquisizione di azioni della società da parte di Lvmh ad aprile, e Prada (17x). Il prezzo delle azioni della maison milanese ha chiuso il mese in rialzo dell’11% e vicino al massimo degli ultimi 7 anni. Il titolo, spiegano gli analisti, è percepito come una delle storie di svolta più credibili del settore, sostenuto dalla direzione creativa congiunta di Miuccia Prada e Raf Simons. Tornando ai valori dei multipli delle case di moda italiane quotate, segue Ferragamo (14,4x) mentre per Safilo i multipli sono più bassi (9,5x). Il titolo ha chiuso il mese in calo del 16% e sconta il rifinanziamento del Shareholder Loan di 90 milioni di euro.
Valori importanti anche in considerazione delle stime di vendita. Il primo posto, sul podio, c’è Moncler. Il gruppo di Remo Ruffini, che ha chiuso il primo semestre con ricavi a 621,8 milioni di euro, in crescita del 57% a tassi di cambio costanti rispetto ai 403,3 milioni del primo semestre 2020 e dell’11% rispetto allo stesso periodo del 2019, potrebbe raggiungere una crescita delle vendite del 37,9 per cento. Segue a distanza Cucinelli con una stima del 20% mentre Prada e Tod’s si attestano rispettivamente all’11,5 e 11,8 per cento.
L’indice Savigny Luxury (Sli) ha guadagnato quasi l’1% a giugno, sottoperformando l’MSCI che ha guadagnato quasi il 7 per cento. Mentre il settore del lusso si è ripreso dalla pandemia, i broker hanno espresso preoccupazione per il fatto che l’attuale esuberante slancio delle vendite potrebbe non continuare nella seconda metà del 2021. Inoltre, specifica la nota della società “lo Sli è al massimo di tutti i tempi con un multiplo di Ev/Ebitda di 21,9x”.