Neanche il 2020 di Paul Smith è sfuggito al Covid. La holding che controlla l’omonimo marchio ammiraglio aveva mantenuto per buona parte del fiscal year un andamento positivo e ascendente, con i primi tre trimestri in utile che lasciavano addirittura prevedere una crescita annua.
Ma sull’ultimo quarter dell’anno, concluso il 30 giugno 2020, si è scagliata la pandemia: la prima ondata di Covid ha paralizzato le vendite, costringendo a uno stop forzato consumatori e negozi. Le conseguenze si sono riversate sui risultati dell’intero esercizio, chiuso a -18% con ricavi pari a 177 milioni di sterline (208 milioni di euro).
Anche il margine lordo ne ha risentito, con una perdita annuale di 21 milioni di sterline (circa 24,67 milioni di euro) contro l’utile dell’anno precedente pari a 3,6 milioni (4,23 milioni in euro). Nella perdita sono confluite, però, anche le svalutazioni di alcuni investimenti immobiliari del gruppo, scarsamente compensate dagli interventi governativi a sostegno delle imprese, pari a poco più di 4 milioni di sterline (4,70 milioni di euro).
La situazione resta incerta e complessa, anche se Paul Smith può contare su 44 milioni di sterline (circa 51 milioni di euro) di finanziamenti aggiuntivi da parte dei suoi azionisti per cercare di tornare al trend di crescita pre-Covid.