Anche Urban Outfitters segue la scia positiva del rimbalzo delle vendite di abbigliamento in avvio d’anno e, infatti, chiude il primo trimestre 2021 con risultati superiori alle attese degli analisti e migliori addirittura del primo trimestre 2019, pre-pandemia. Le vendite nette totali della società per i tre mesi terminati il 30 aprile 2021 hanno raggiunto 927 milioni di dollari (771 milioni di euro), in crescita del 7,3% rispetto ai tre mesi terminati il 30 aprile 2019. Wall Street si attendeva ricavi pari a 900 milioni di euro. Se si prende come riferimento il primo trimestre 2020, l’incremento schizza a +57,6 per cento.
Tornando al confronto con il 2019 (ovvero il termine di paragone più corretto considerato che nel 2020 si sono susseguite diverse chiusure imposte dall’emergenza sanitaria), le vendite nette nel segmento retail sono aumentate del 10%, “guidate dalla forte crescita a doppia cifra delle vendite del canale digitale che ha parzialmente compensato le vendite in calo nei negozi al dettaglio, influenzati dalle chiusure temporanee di negozi e dalle misure di contingentamento in atto in Europa e Canada”, si legge nella nota. La suddivisione per brand vede in crescita soprattutto Free People Group con un +44%, Urban Outfitters +9% a Anthropologie Group +1 per cento. Le vendite nette del segmento wholesale sono diminuite del 24 per cento. Secondo quanto sottolineato dai vertici dell’azienda nel corso della presentazione dei dati, “il più grande risultato a livello aziendale nel primo trimestre è stato la forza della vendita a prezzo pieno e la corrispondente diminuzione delle vendite ribassate per ogni marchio”.
Urban Outfitters è riuscito a registrare un profitto di 53,5 milioni (44 milioni di euro), rispetto ai 32,5 milioni di dollari pre-pandemia (27 milioni di euro) e alla perdita di oltre 138 milioni di dollari di un anno fa (113 milioni di euro).
Le azioni di Urban Outfitters hanno guadagnato circa il 35,6% dall’inizio dell’anno contro il guadagno dell’S & P 500 dell’11,7 per cento.