Il ritorno alla normalità parte, per ora, dalla Gran Bretagna. Qui, nel mese di aprile si è assistito a un vero e proprio ritorno allo shopping fisico che ha visto l’abbigliamento come uno dei segmenti best performer in termini di crescita percentuale. Sono i dati a testimoniarlo. Secondo le cifre diffuse dall’Office for National Statistics, con la riapertura di tutti i punti vendita non essenziali a partire dallo scorso 12 aprile, in Inghilterra e Galles, le vendite al dettaglio hanno assistito a un sensibile rimbalzo: +9,2% i volumi a livello generale, in miglioramento rispetto al +7,2% della passata lettura e al +4,5% del consensus Bloomberg. Aprile ha registrato addirittura un miglioramento rispetto al periodo pre-Covid: i volumi di vendita sono stati del 10,6% superiori rispetto a febbraio 2020 e i valori sono cresciuti del 9,9 per cento.
Come anticipato, è stato il comparto moda a beneficiare di più di questo ritorno agli acquisti offline. A livello mensile le vendite di abbigliamento sono aumentate del 69,4 per cento, performando meglio del trend dei negozi non alimentari, interessati da un incremento del 25,3 per cento. “Il miglioramento del clima nel mese di aprile ha significato maggiori vendite di moda, in particolare di capispalla e maglieria, poiché il pubblico rinnovava il guardaroba e pianificava di incontrare amici e familiari all’aperto”, riporta la stampa britannica. La crescita riportata nel mese di aprile fa sperare in un recupero del settore: rispetto a febbraio 2020 la perdita a livello di turnover nel comparto abbigliamento è solo dello 0,3 per cento.
A fronte dell’aumento della spesa ‘fisica’, diminuisce l’utilizzo dell’e-commerce. Un aspetto che ha coinvolto anche lo shopping di moda. Le vendite online di prodotti fashion sono diminuite ad aprile del 6,3% rispetto al mese precedente. Tuttavia, l’online resta il canale che ha registrato, a causa dei continui lockdown, una crescita monstre anno su anno, pari all’83,6 per cento. A livello complessivo, la percentuale totale di vendite online è scesa al 30,0% nell’aprile 2021, in calo dal 34,7% a marzo 2021.