Hainan è il nuovo paradiso asiatico dello shopping duty-free. Secondo quanto riportato da Wwd, fino ad ora l’isola cinese dalle spiagge di sabbia bianca e palme lussureggianti ha avuto poca importanza sulla scena mondiale, se non come attrazione turistica nazionale. Ma con la pandemia le cose sono cambiate.
Con i confini costretti a chiudere, i brand hanno dovuto aprire un punto vendita ad Hainan per cercare di raggiungere il consumatore cinese. Oltre a ciò, anche i radicali cambiamenti politici annunciati la scorsa estate hanno influito sul fenomeno, aumentando la spesa duty-free pro capite a 100mila yuan (circa 13mila euro) da 30mila yuan. Il governo cinese ha illustrato poi il suo piano per stabilire un porto di libero scambio a Hainan, trasformando l’isola in un hub non solo per il turismo e la vendita al dettaglio, ma anche medico, tecnologico, manifatturiero di fascia alta e servizi finanziari – un livello di investimento che ha ha spinto le persone a chiamarlo “la prossima Shenzhen”.
Il settore del duty-free è in prima linea in questa trasformazione. Le vendite duty free a Hainan sono aumentate del 127% su base annuale nel 2020 a 32,74 miliardi di yuan. Secondo un rapporto stilato da Kpmg China e The Moodie Davitt Report, alla fine del 2020 il business duty-free offshore di Hainan valeva circa 5 miliardi di dollari e dovrebbero raggiungere i 60 miliardi di yuan nel 2021, un picco di oltre l’80% rispetto al 2020.