La sostenibilità è ormai parte delle agende di brand, che decidono così di chiedere un supporto concreto per meglio raggiungere i propri obiettivi. Come?Attraverso obbligazioni e finanziamenti in sostenibilità.
Dal lusso allo sportswear fino al fast fashion. La necessità di perseguire obiettivi sempre più ambiziosi nel campo della sostenibilità sta spingendo diversi player attivi in molteplici settori a richiedere fondi tanto alle banche quanto al mercato. Tra gli strumenti finanziari a cui sempre più frequentemente i brand stanno ricorrendo ci sono, per esempio, i sustainability loan caratterizzati da meccanismi premianti legati al raggiungimento di determinati obiettivi di sostenibilità. A questi si aggiungono poi i bond, di tipo green e sustainability dove il primo è legato a specifici progetti, mentre il secondo a obiettivi da raggiungere a livello aziendale.
FINANZIAMENTI
Lo scorso marzo, Save The Duck, prima azienda fashion italiana ad aver ottenuto il riconoscimento B Corp, ha annunciato di aver ricevuto un finanziamento S-Loan (Sustainability Loan) da parte di Intesa Sanpaolo pari a 3 milioni di euro. Come si legge nella nota del marchio di piumini 100% animal free, l’operazione, della durata di 72 mesi, prevede due obiettivi di miglioramento in ambito Esg (environmental, social, governance). Il primo è riferito all’introduzione di una politica di approvvigionamento green estesa a tutta la filiera (acquisti, trasporti e forniture energetiche) che si traduce nella preferenza di prodotti e servizi a minor impatto ambientale. Il secondo obiettivo è relativo alla quota di clienti e fornitori coinvolti sui temi della sostenibilità attraverso programmi specifici di promozione della cultura finalizzati al coinvolgimento nell’adozione di pratiche virtuose. Sempre con Intesa Sanpaolo, lo scorso anno, Moncler ha annunciato di aver sottoscritto un accordo di finanziamento per un importo complessivo massimo di 400 milioni di euro. Nello specifico, l’operazione consiste nella concessione a favore di Moncler di una linea di credito, di tipo sustainability linked revolving credit facility, con un meccanismo premiante legato al raggiungimento di specifici obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale. La linea di credito committed ha scadenza nel 2023, con la possibilità di rinnovo per altri due anni. A inizio anno, Prada è arrivata addirittura a quota due. Infatti, dopo il primo finanziamento legato alla sostenibilità firmato con Crédit Agricole Group nel 2019, ne ha stipulato un altro con Unicredit. Il primo è un sustainability term loan quinquennale di 50 milioni di euro “il cui tasso di interesse può essere ridotto in funzione del raggiungimento di obiettivi relativi al numero di punti vendita con certificazioni Leed Gold o Platinum, al numero di ore di formazione per i dipendenti e all’uso di Prada Re-Nylon (nylon rigenerato) per la produzione”, spiegava la nota. Il secondo, definito sustainability linked loan, ha invece un valore di 90 milioni di euro, sempre quinquennale, i cui obiettivi di riferimento riguardano la rigenerazione e riconversione degli scarti di produzione e l’incremento della quota di energia autoprodotta.
GREEN E SUSTAINABILITY BOND
Considerando invece i bond, tra i casi più recenti c’è quello del colosso del fast fashion H&M che, a febbraio, ha emesso un sustainability bond da 500 milioni di euro. Della durata di 8 anni e mezzo e con un tasso di interesse annuo dello 0,25 per cento, il bond ha “generato grande interesse”, come specificato dal gruppo svedese in una nota, venendo sottoscritto più dell’effettiva disponibilità per 7,6 volte. Gli obiettivi green di H&M, fissati al 2025, a cui è legato il bond sono: incrementare al 30% la quota di materiale riciclati, ridurre le emissioni del gruppo del 20%, e ridurre del 10% le emissioni della categoria Scope 3 provenienti dalla produzione di tessuto, realizzazione di abiti, dalle materie prime e dal trasporto a monte della filiera. Dal fast fashion al lusso, anche Chanel, lo scorso settembre, ha annunciato di aver raccolto 600 milioni di euro tramite l’emissione di un sustainability bond. Il denaro raccolto ha lo scopo di trasformare il business model di Chanel e di completare gli obiettivi prefissati dall’azienda in termini di sostenibilità che prevedono la riduzione dell’impatto ambientale di processi e pratiche della maison, in linea con i target del Climate Agreement di Parigi del 2015. Allo stesso modo, anche Burberry ha emesso un sustainability bond, mentre Adidas e Vf Corporation hanno optato per dei green bond. Adidas ha emesso obbligazioni con scadenza a otto anni per un valore di 500 milioni di euro e il capitale servirà per finanziare iniziative ambientali e sociali all’interno della realtà tedesca. Nello specifico, verranno finanziati gli acquisti di materiali riciclati, l’uso di energie rinnovabili e verrà modificata la fornitura di elettricità degli uffici per renderli efficienti dal punto di vista energetico. Vf invece, gruppo a cui fanno capo brand quali Vans, The North Face, Timberland, con un certo piglio pionieristico (l’annuncio risale infatti all’inizio dello scorso anno) ha emesso un green bond da 500 milioni di euro per sostenere i programmi nell’ambito della strategia “Made for Change Sustainability & Responsibility”. In particolare, il framework delle obbligazioni ha definito i criteri di ammissibilità al finanziamento nelle seguenti tre aree: Sustainable Products & Materials, Sustainable Operations & Supply Chain e Natural Carbon Sinks.