Al cuor non si comanda. Thom Browne torna a sfilare all’ombra dell’Empire State Building per supportare la mostra allestita dallo storico compagno Andrew Bolton, responsabile del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art. In concomitanza con la prossima New York fashion week (8-12 settembre) verrà infatti inaugurata la retrospettiva ‘In America: a lexicon of fashion’. “Credo che la moda americana stia vivendo una rinascita grazie ai giovani designer all’avanguardia nelle discussioni su inclusività, diversità, sostenibilità e creatività consapevole”, aveva dichiarato Bolton al New York Times spiegando che la mostra celebrerà la moda americana, troppo spesso associata soprattutto allo sportswear. Nel 2021 il Costume Institute festeggerà il suo 75esimo anniversario omaggiando la città della moda statunitense per antonomasia.
“Ho deciso di tornare a New York per supportare il prossimo lavoro di Andrew al Met. Credo sia importante che tutti i designer americani riconoscano l’importanza della visione di Andrew. Questa celebrazione della moda americana sarà una grazie esposizione del vero talento che esiste qui in America”, ha spiegato a Wwd Browne. Lo stilista lascerà solo temporaneamente Parigi, città dove da molti anni sfila regolarmente, cui farà ritorno quando le condizioni sanitarie miglioreranno. A causa del Covid-19 infatti lo stilista ha svelato le sue ultime collezioni attraverso degli short movie girati a Los Angeles e tra le montagne dello Utah.
“Dopo lo show di settembre, conto di ritornare a Parigi dove da ormai da molto tempo svelo le mie collezioni, ma sono sempre molto fiero di essere un designer americano che sfila a Parigi che è sempre stata importante per la mia evoluzione e crescita professionale. La città ha sempre abbracciato le idee provocatorie nelle mie collezioni e mi ha spronato ad essere all’altezza con i suoi standard”, ha spiegato Browne.
Chissà se altri designer americani seguiranno il suo esempio. Sicuramente le ultime stagioni della Nyfw, se non addirittura gli ultimi anni, hanno visto un notevole affievolirsi della fashion week americana. L’ultima edizione è stata addirittura ridotta a quattro giorni, priva di nomi storici come Marc Jacobs, Ralph Lauren, Michael Kors e persino Tom Ford, presidente del Cfda. Proprio lo stilista texano ha introdotto a febbraio l’American Collections Calendar, calderone che accoglie tutti i marchi americani che sfilano in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi momento dell’anno. L’esperimento ha dato vita a una lunga lista di brand statunitensi presenti sulla piattaforma digitale Runway360 pur non contribuendo di fatto alla fashion week.