G-III Apparel, gruppo newyorchese con un portafoglio di oltre 30 marchi in licenza e di proprietà, tra cui Dkny, Donna Karan e Vilebrequin, ha registrato vendite nette pari a 2,06 miliardi di dollari (1,73 miliardi di euro al cambio di oggi) nell’esercizio fiscale concluso il 31 gennaio, in calo del 35% rispetto ai 3,16 miliardi di dollari dell’esercizio precedente.
L’utile netto annuale della società è stato di 23,5 milioni di dollari rispetto ai 143,8 milioni di dollari dell’anno precedente.
“La nostra cultura imprenditoriale, con un focus guidato dai commercianti, si è dimostrata inestimabile poiché abbiamo risposto alla tendenza casual producendo la merce giusta per i nostri partner retail”, ha dichiarato in una nota il presidente e CEO di G-III Morris Goldfarb. “Abbiamo concluso l’anno fiscale 2021 con un continuo miglioramento del canale wholesale e abbiamo completato la ristrutturazione delle nostre operazioni di vendita al dettaglio”, ha aggiunto, facendo riferimento alla riorganizzazione che ha determinato la chiusura definitiva di 110 negozi Wilsons Leather e 89 negozi G.H. Bass.
Nel quarto trimestre, le vendite nette del gruppo sono diminuite del 30,3% a 526,2 milioni di dollari dai 754,6 milioni di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente. L’utile netto trimestrale è stato di 14,6 milioni di dollari rispetto a 25,3 milioni di dollari del medesimo periodo dell’anno precedente.
Guardando al primo trimestre dell’anno fiscale 2022, G-III prevede un fatturato netto di circa 460 milioni di dollari rispetto ai 405,1 milioni di dollari dello stesso periodo dell’anno precedente, stimando inoltre un utile netto compreso tra 0,05 e 0,15 dollari per azione.
“Crediamo che nei prossimi mesi ci sarà un desiderio crescente di abbigliamento e accessori più eleganti – ha spiegato Goldfarb -. Stiamo lavorando a stretto contatto con i nostri partner retail e fornitori per essere in grado di portare questi prodotti sul mercato in modo tempestivo. La nostra solida posizione finanziaria e la nostra liquidità ci consentono di continuare a finanziare le nostre operazioni, oltre a considerare acquisizioni”.