Nike archivia il terzo trimestre dell’esercizio 2020-21 con ricavi in crescita del 3% a 10,4 miliardi di dollari (circa 8,7 miliardi di euro). Il dato ha di poco mancato le stime di Wall Street per 11 miliardi di dollari. Le vendite dirette del gigante dello sportswear hanno segnato un +20% a 4 miliardi di dollari, mentre l’utile trimestrale ha toccato quota 1,4 miliardi (+71 per cento). Nei nove mesi al 28 febbraio scorso il fatturato del colosso dello swoosh è passato da 31 a 32,1 miliardi di dollari, mentre i profitti sono balzati da 3,3 a 4,2 miliardi.
Le azioni Nike sono scese fino al 5,7% nel late trading di ieri, dopo la pubblicazione dei risultati, prima di rimbalzare leggermente. Al centro delle perplessità del mercato, una ripresa disomogenea nei vari mercati, con la Cina che torna a correre (+51% nel terzo trimestre), mentre il mercato Americano, il principale mercato di Nike, perde terreno (-10%), anche a causa “di ritardi nelle spedizioni e di una mancanza di approvvigionamento per i grossisti”, spiega Bloomberg.
L’e-commerce ha sostenuto i conti di Nike in mesi ancora caratterizzati dalla crisi legata al Covid-19. Le vendite digitali del solo marchio Nike sono aumentate del 59% nell’ultimo trimestre, ha affermato la società, citando una forte crescita in ogni regione. “Continuiamo a vedere il valore di una strategia più diretta e forte a livello digitale, inquadrando un potenziale ancora maggiore per Nike a lungo termine”, ha affermato in una nota il CFO Matt Friend. Ottimismo anche da parte del CEO del gruppo, John Donahoe: “Non sono mai stato più fiducioso nella nostra leadership e nella capacità dei nostri team di operare con agilità in un ambiente dinamico”.