Difficile immaginare influencer slegati da contratti promozionali e accordi commerciali con aziende private, ma, in tempi di pandemia globale, tutto è possibile. L’agenzia Wcsn ha coniato il termine ‘genuinfluencer’ per definire quelle star dei social poco interessate a parlare di prodotti e maggiormente coinvolte in campagne sociali e iniziative no profit. “Paragonati agli influencer tradizionali – spiega a Fashionista Evy Lyons, vicepresidente del marketing della piattaforma Traackr – i genuinfluencer parlano per se stessi e si impegnano a fornire consigli onesti su tematiche specifiche”.
A partire dal 2020, i contenuti veicolati da alcuni influencer si sono spostati verso l’intrattenimento e l’informazione. Mary Keane-Dawson, CEO dell’agenzia specializzata in marketing digitale Takumi, distingue chiaramente tra content creator e influencer. I genuinfluencer sarebbe dei veri e propri creatori di contenuti informativi e talvolta educativi, in contrapposizione con chi invece preferisce puntare tutto sull’engagement. Keane-Dawson ha chiarito ai clienti della sua agenzia che alcuni utenti sono stanchi di essere inondati da contenuti “posati” e chiaramente promozionali preferendo post legati alla comprensione di informazioni utili. Forse il tempo delle coreografie fini a se stesse sta perdendo ritmo.