Albini Group dice addio alla Puglia. La realtà tessile ha infatti comunicato la decisione di “cedere le attività dello stabilimento di Mottola (Taranto), mettendo in liquidazione tecnica la società interamente controllata Tessitura di Mottola Srl”, come comunicato in una nota.
La decisione andrà ad incidere su 118 posizioni lavorative.
“Questa difficile e dolorosa decisione – prosegue la nota – è il risultato di un’approfondita analisi del comparto tessile-moda, caratterizzato dal cronico eccesso di offerta, dalla guerra dei prezzi scatenata dalla filiera asiatica, dalla generalizzata riduzione dei consumi e dalla crisi subita da una parte importante degli operatori del settore dell’abbigliamento, in particolare formale”.
“A questi fenomeni strutturali si è aggiunta la crisi causata dalla pandemia, che ha colpito il comparto tessile-moda più pesantemente di tutti gli altri settori industriali”. Un trend e un contesto che, per Cotonificio Albini, “hanno significato una riduzione nei volumi e un aggravarsi della sovraccapacità produttiva nella tessitura meno specialistica, senza previsioni di un adeguato recupero della domanda di comparto nei prossimi anni, così come indicato dagli esperti di settore e dalle associazioni di categoria”.
Il tutto ha portato a una contrazione dei ricavi di un terzo nel 2020 (nel 2019 il fatturato netto di Cotonificio Albini è stato di 117,9 milioni di euro) e “ha progressivamente impattato, in particolare, lo stabilimento di Mottola, la cui organizzazione della produzione è totalmente focalizzata su attività di tessitura per grandi commesse”.
Come specificato dall’azienda, “non è previsto alcuno spostamento né trasferimento all’estero di volumi produttivi oggi presenti a Mottola. L’obiettivo è quello di allineare la struttura e la capacità produttiva di Cotonificio Albini in Italia alle esigenze del mercato”.
Albini Group conta 1.312 dipendenti, di cui oltre due terzi (830) impiegati negli stabilimenti italiani di Albino (Bergamo), Gandino (Bergamo), Brebbia (Varese), Mottola (Taranto), cui si aggiungono poi i due in Egitto (Borg El Arab) e Letohrad (Repubblica Ceca).
L’azienda, inoltre, ha siglato un accordo con i sindacati relativo a uscite volontarie riguardanti lo stabilimento di Albino e il polo logistico di Gandino. L’intesa prevede “l’adesione di un massimo di 35 lavoratori entro il 30 marzo e si rivolge, in via prioritaria, a chi matura i requisiti pensionistici nell’arco dei prossimi due anni”.