Trema l’impero del tycoon inglese Sir Philip Green. Nella giornata di ieri, infatti, il gruppo Arcadia, controllante di otto brand retail tra cui Topshop, ha confermato l’ingresso in amministrazione controllata. Matt Smith e Dan Butters, insieme ad alcuni restructuring partners di Deloitte, sono stati scelti come commissari di riferimento in questa fase, definita “trading administration”. I negozi del gruppo, infatti, continueranno a operare, o meglio riapriranno domani, 2 dicembre, quando verranno meno molte delle restrizioni previste dal lockdown nel Regno Unito.
Secondo quanto riferito dalla Bbc, l’insolvenza di Arcadia mette a rischio circa 13mila posti di lavoro. Oggi circa 9.294 dipendenti sono in congedo e al momento non sono stati annunciati licenziamenti. Arcadia “sta lavorando a opzioni di emergenza per garantire il futuro dei marchi del gruppo”, riporta una nota dell’azienda. Oltre a Topshop, nel portfolio della società figurano nomi alquanto noti del mercato dell’abbigliamento in Gran Bretagna, come Dorothy Perkins e Burton, ma anche Topman, Miss Selfridge, Wallis ed Evans. Gli store oltremanica sono circa 444, mentre nel resto del mondo se ne contano poco più di 20.
Le difficoltà finanziarie di Arcadia sono note da diversi anni. Nel 2018 il gruppo aveva fatto notizia per aver imposto ai suoi fornitori uno sconto del 2% su tutti gli ordini (futuri e già effettuati). Lo scorso marzo, accusando lo stop imposto dalla prima ondata di Covid-19 nel mondo, Arcadia ha scritto ai suoi suppliers per cancellare gli ordini ed estendere i termini di pagamento, nel tentativo di proteggere l’azienda. La seconda fase di chiusure avrebbe quindi assestato il colpo di grazia su una pressione finanziaria già molto elevata.
“Arcadia – ha commentato Smith – è uno dei nomi più noti delle high street e quest’anno si è impegnata a contenere l’impatto del Covid-19. Ora, l’effetto dei lockdown, combinato con le sfide più ampie che i retailer brick and mortar devono affrontare, hanno reso critica la situazione finanziaria e determinato il passaggio in amministrazione”.
Secondo quanto riportato dalla stampa di settore, Frasers Group, realtà controllata da un altro tycoon inglese, Mike Ashley, avrebbe già espresso interesse per i brand di Arcadia, al pari di Boohoo e Asos. “Tuttavia – spiega la Bbc -, se Boohoo e Asos potrebbero voler rilevare i marchi dell’azienda, non vorranno certo prendersi anche il portfolio di negozi fisici, dove si concentra la maggior parte dei posti di lavoro. Altri marchi come Wallis, Evans, Dorothy Perkins e Burton, inoltre, non sono considerati molto rilevanti per una nuova generazione di consumatori”.