Spunta la Borsa nelle aspettative di Chiara Ferragni. Così come l’ingresso all’interno di una grande realtà del lusso. L’influencer, in un’intervista a L’Economia del Corriere, ha infatti raccontato che Chiara Ferragni Collection deve diventare un vero e proprio marchio di lifestyle, “contemporary”, in grado di sopravvivere alla stessa Ferragni e non dedicato esclusivamente ai suoi fan. E che, oltre a questo, possa, nel medio termine, “essere quotato in Borsa o confluire in un grande gruppo del lusso”, ha spiegato Ferragni. “Questo è il nostro goal, ma prima dobbiamo rendere marchio e azienda appealing: con una buona redditività e un giusto rapporto qualità prezzo, oltre a una diffusione e conoscenza internazionale del marchio perché competa realmente con altri del suo stesso livello, come Chloé o Kenzo”.
Nei giorni scorsi, inoltre, Serendipity, società che gestisce il brand Chiara Ferragni Collection, ha deciso di stringere un accordo di licenza per abbigliamento, borse e accessori con Swinger International, società veneta di Mathias Facchini e Sara Cavazza, titolare del marchio Genny e licenziataria di Versace Jeans Couture e Cavalli Class. “Volevo che il marchio non fosse solo un logo che si poteva mettere ovunque perché forte”, ha continuato l’imprenditrice. “Pensavo a un brand non legato unicamente al mio personaggio e indirizzato solo ai miei fan. Ma un vero life style senza uno specifico target di età, sempre giocoso come sono io, ma che potesse piacere alla ragazzina come alla mamma. Il tutto con grande attenzione ai numeri, soprattutto alla redditività di medio lungo periodo. Per questo abbiamo scelto Swinger e stiamo cercando i partner migliori su tutte le categorie merceologiche, dalle fragranze al beauty, dal ready to wear all’underwear, al bambino. O al food, dove abbiamo realizzato partnership con marchi come Oreo. Nel food abbiamo un progetto rivoluzionario, ma non posso ancora parlarne”.
A seguito dell’accordo, si era vociferato un cambiamento degli assetti azionari di Serendipity, che però non è avvenuto. “Non abbiamo cambiato soci perché non avevamo bisogno di farlo. Mofra (azienda della famiglia Morgese, ndr) rimane non solo socia ma anche licenziataria per le calzature”.
Per quanto riguarda gli obiettivi economici, Ferragni racconta che “per Serendipity partiamo da un 2019 che si è chiuso con ricavi in discesa a 1 milione e 48 mila euro, dai precedenti 1,6 milioni, con una perdita di 520 mila euro, rispetto al precedente utile netto di 193 mila. Essendo una società industriale, e non di servizi, richiede più tempo per tornare a break even. Abbiamo, dunque, approvato un piano per il quale arriveremo nel 2025 a 15,4 milioni di ricavi, un ebitda del 44% e un utile netto di 4,4 milioni nel 2025. Lo abbiamo predisposto prima del Covid ma è molto prudente e posso dire che già nel 2020, nonostante la pandemia, siamo in crescita”. Non solo, “a sostegno del piano, abbiamo approvato un aumento di capitale da 3,5 milioni che è già stato sottoscritto”.
Inoltre, “abbiamo intanto completato la ristrutturazione di Tbs, iniziata nel 2017 con un esercizio 2016 a 3,3 milioni di euro e un utile di 6 mila euro: nel 2019 i ricavi sono stati 6,4 milioni, in crescita del 10% sull’anno precedente, con un utile netto di 450mila euro (+359%). Anche in questo caso, nel 2020 il trend è positivo, nonostante il Covid”.