Il rilancio di Blumarine e la possibilità, condizioni di mercato e sanitarie permettendo, di concludere una nuova acquisizione entro la fine dell’anno. I progetti di Marco Marchi, numero uno della holding Eccellenze Italiane, che oggi ingloba Liu Jo e i brand del gruppo carpigiano Blufin, sono ben delineati e animati dalla “volontà di valorizzare il made in Italy e un intero territorio, che da diversi anni, inevitabilmente, fatica a tenere il passo dei colossi internazionali del lusso”.
L’imprenditore, presidente e fondatore di Liu Jo, ha rilevato la controllante di Blumarine, Blugirl, Anna Molinari e Be Blumarine a fine 2019, contando, al momento dell’annuncio, di arrivare a un fatturato di 50 milioni di euro in cinque anni. “Eccellenze Italiane – ha raccontato Marchi a Pambianconews – ha iniziato il suo percorso con Liu Jo e Blumarine. In Italia ci sono numerose realtà virtuose e con prodotti unici per know how artigianale e creativo che però faticano a giocare una partita internazionale. Lo scenario economico del 2020 è molto complesso, con l’impatto negativo della crisi connessa alla pandemia Covid-19. Tuttavia la nostra ricerca di realtà interessanti continua e, compatibilmente con l’evoluzione del contesto globale, speriamo di poter concludere nuove acquisizioni entro fine anno”. Il Covid-19 ha congelato, ma non cancellato, le prospettive di quotazione: “Per Eccellenze Italiane l’Ipo non è una necessità, ma piuttosto un’opportunità. Di conseguenza, il momento deve essere ottimale, non abbiamo nessuna ragione per accelerare rispetto a questa eventualità. La quotazione favorisce un modello più internazionale di impresa, quindi resta un obiettivo”.
È invece già fissato al 23 settembre, in occasione della fashion week di Milano, il debutto del nuovo corso di Blumarine, affidato, dallo scorso febbraio, alla creatività del giovane Nicola Brognano. Il designer, ha spiegato Marchi, ha lavorato sul brand con grande rispetto del suo heritage, pur esprimendo una visione personale. La sfilata sarà fisica e trasmessa in streaming per poter raggiungere anche i clienti esteri.
“Blumarine ha oltre 40 anni di storia e l’opportunità di rilancio sta proprio nell’importanza di questo dna ben definito. Quella di Blumarine è una femminilità discreta, mai volgare, eppure seducente e gratificante per le donne che indossano il suo prêt-à-porter”. La griffe ha registrato diversi cambiamenti nella strategia distributiva, con la chiusura dello showroom di via Manzoni e l’ingresso in Riccardo Grassi Showroom. A livello di mercati, il brand gode di buona notorietà in Asia (Corea, Giappone e Taiwan in primis) e in Russia, seguite da Europa e Middle East. Più complesso, al momento, l’approccio con il mercato americano. Quanto invece ai canali di vendita, la spinta sarà principalmente sul wholesale. “A parte lo store di Blumarine a Roma e qualche punto vendita in Asia – ha continuato Marchi – al momento non prevediamo grossi investimenti retail. Novità degli ultimi giorni è invece il debutto dell’e-commerce diretto di Blumarine”. L’azienda è stata rilevata in un momento di forte difficoltà, e la ricapitalizzazione è stata di “diverse decine di milioni di euro”, operazione necessaria per la ripartenza.
“Il 2020 – ha concluso Marchi – è un anno praticamente perso in termini di vendite. Le giacenze di magazzino sono alte e per Blumarine stimiamo un’ebitda negativo, oltre a un segno meno per il turnover. Liu Jo, che nel 2019 ha generato ricavi per 400 milioni di euro, avrà quest’anno un fatturato inferiore, ma l’ebitda resta positivo. Le nuove campagne ordini ci permettono però di essere ottimisti rispetto al 2021, anno che vedrà un miglioramento”.