La pandemia mette in ginocchio la pelletteria italiana. Come esposto durante la conferenza organizzata da Assopellettieri, nei primi cinque mesi dell’anno l’indice mensile Istat della produzione industriale per quanto riguarda la fabbricazione di articoli da viaggio, borse e simili, pelletteria e selleria, ha evidenziato un calo del 46,4%, con un picco del -99,6% nel solo mese di aprile 2020. Allo stesso modo, dopo un gennaio (+1,9%) e febbraio (+2,7%) in crescita, le vendite del commercio al dettaglio riferite agli articoli in pelle e da viaggio e alle calzature ha registrato una flessione del 37,8 per cento.
Per quanto riguarda le cifre dell’export, dopo il +1,6% in valore nei primi due mesi, nel bimestre marzo-aprile si è registrata una flessione delle vendite estere pari al 57,6% in valore e al 45,4% nelle quantità (espresse in kg). Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda, nei primi 4 mesi la pelletteria ha esportato beni per 2,4 miliardi di euro (-28,1%), corrispondenti a 16,4 milioni di kg (-19,5 per cento). In calo di quasi l’11% il prezzo medio al kg, “segno inequivocabile che la battuta d’arresto ha interessato, oltre alla fascia media, anche le vendite del lusso, in genere più resilienti alle fluttuazioni economiche”, riporta la nota ufficiale.
Nella graduatoria per valore, tra i primi 25 Paesi di sbocco solo la Corea del Sud (+2,6%) e la Polonia (+9,1%) hanno mostrato una crescita rispetto a gennaio-aprile 2019. In calo, invece, realtà quali gli Usa (-30%) e la Svizzera (oltre -38 per cento). I mercati dell’Unione Europea (da ora considerata a 27 Paesi, post Brexit) hanno segnato globalmente un decremento nell’ordine del 13%, sia in valore sia nei kg. I Paesi extra-Ue hanno evidenziato nell’insieme una flessione del 32 per cento.
In forte crescita, invece, il ricorso agli ammortizzatori sociali. Le cifre Inps riferite all’intera filiera pelle hanno confermato il forte ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni nel bimestre aprile-maggio, con 31,5 milioni di ore autorizzate (contro 1,2 milioni nello stesso bimestre 2019, +2437%). In soli due mesi, sono pertanto state concesse un numero di ore pari a quasi quattro volte quelle dell’intero 2019.