Per i consumatori l’atto d’acquisto è un modo per esprimere un impegno affermando determinati valori, spesso legati alla sfera green. Di conseguenza i brand sono incentivati a cambiare la loro offerta preparandosi al futuro, adottando un approccio più ecosostenibile. Partendo da questo assunto, Lectra, basandosi su un’analisi della start-up Retviews, di sua recente acquisizione, ha realizzato un sondaggio sulla moda sostenibile tra i principali brand del fast fashion. La domanda cardine, appunto, è: il mercato del fashion è pronto a rispondere al desiderio dei clienti di impegnarsi a cambiare le loro abitudini di spesa?
Appare chiaro che le collezioni sostenibili sono ancora una piccolissima minoranza all’interno dell’offerta dei marchi fast fashion. Ad esempio, le collezioni ecosostenibili costituiscono solo una piccola parte delle linee offerte dai retailer Zara e H&M, firmatari del Fashion Pact durante il G7 di Biarritz. La collezione Join Life di Zara, ad esempio, rappresenta il 14% della sua gamma, mentre la linea #Wearthechange di C&A rappresenta quasi il 30% della collezione totale. La collezione Conscious di H&M, rappresenta meno del 10% della gamma totale di prodotti.
Andando ad analizzare i materiali scelti si scopre che C&A, H&M e Inditex (cui fa capo Zara) sono tra i primi quattro utilizzatori di cotone organico. Tutti i brand presentano il loro cotone come sostenibile e lo considerano una priorità per il 2020 e oltre. “Vi è tuttavia una leggera differenza tra i tessuti utilizzati più comunemente nei mass market e nei mercati premium. Lo stesso vale per le collezioni ecosostenibili rispetto a quelle tradizionali. Il cotone, i tessuti sintetici come il poliestere, l’elastan e la viscosa sono i tessuti più ampiamente offerti e utilizzati”, si legge nel report.
Focalizzandosi sulla sfera economica, secondo i risultati del sondaggio, l’idea che i capi di abbigliamento in tessuto organico e/o sostenibili siano più costosi è sbagliata. Un esempio è la collezione esclusiva sostenibile Conscious di H&M. Il prezzo medio di un vestito nella collezione standard è di 39,90 euro, mentre nella collezione Join Life è di 31,70 euro.
Quentin Richelle, responsabile delle attività di marketing di Retviews, afferma: “Le opportunità offerte dalla sostenibilità sono significative. È un aspetto che suscita particolare interesse nella Generazione Z, e i retailer hanno ascoltato e tenuto in considerazione queste preoccupazioni. Il 90% dei consumatori dichiara di essere consapevole della situazione e si dice pronto a cambiare il proprio comportamento per contrastare il cambiamento climatico (Studio europeo sul consumo sostenibile realizzato da Oney – febbraio 2020, ndr). Ciò dimostra la loro vera inclinazione a investire in prodotti ecosostenibili. In vista di questo cambiamento, i brand hanno la responsabilità sociale di informare i loro clienti, essere trasparenti sui progressi compiuti in questo settore e condividere alcune delle sfide che affrontano, per educare le loro comunità. Al momento non vi sono normative internazionali nel settore dell’abbigliamento che definiscono quali sono le caratteristiche dei prodotti sostenibili. Questo significa che la strada verso la standardizzazione della moda sostenibile è ancora lunga”.