Il Covid-19 pesa sui conti e sul ‘valore’ di Macy’s. La catena statunitense ha infatti riportato i dati definitivi relativi al primo trimestre 2020, in cui ha registrato una perdita di 3,58 miliardi di dollari (circa 3,18 miliardi di euro), contro l’utile netto di 136 milioni del 2019. Un risultato che include una svalutazione (impairment charges) del goodwill e degli asset pari, rispettivamente, a 3,1 miliardi e 80 milioni di dollari. Infatti, come si legge nella nota ufficiale, “principalmente a seguito della pandemia di Covid-19, le proiezioni a lungo termine dell’azienda e la capitalizzazione di mercato è cambiata, richiedendo una valutazione intermedia della perdita di valore per il suo avviamento e long-lived assets”.
Nel periodo, le vendite nette si sono attestate a quota 3,02 miliardi di dollari, in calo rispetto ai 5,5 miliardi nei tre mesi del 2019.
“Il primo trimestre del 2020 è stato impegnativo per il Paese, l’industria e Macy’s”, ha affermato il CEO Jeff Gennette. “Mentre i nostri negozi vengono riaperti, prevediamo che la pandemia di Covid-19 continuerà ad impattare il Paese per il resto dell’anno”.
La pandemia, infatti, ha costretto il retailer a rivedere le proprie strategie, già pesantemente condizionate dalla pressione finanziaria e dalla crisi generalizzata del commercio al dettaglio negli Usa. Agli inizi di giugno, l’insegna aveva comunicato di avere ottenuto nuovi finanziamenti per complessivi 4,5 miliardi di dollari.
Negli scorsi giorni, inoltre, Macy’s ha annunciato una riduzione del proprio organico di poco meno di 4mila unità. A essere coinvolti saranno sia i ruoli manageriali sia lo staff della rete di negozi, della supply chain e del network di customer support. Secondo una nota diffusa da Macy’s, questa decisione permetterà di risparmiare circa 630 milioni di dollari all’anno (circa 560 milioni di euro).
Il titolo di Macy’s ha chiuso la seduta di ieri con un calo del 4,36 per cento.