Velocità, flessibilità, pensare locale. È questa la ricetta condivisa da Remo Ruffini, presidente e AD di Moncler, e Davide De Giglio, fondatore di New Guards Group per i tempi moderni, quelli post Covid. “Oggi è cambiato tutto e pertanto bisogna diventare più veloci, perché non c’è più tempo. La velocità, per alcune aree, in primis per il digitale, è fondamentale. E credo che dopo velocità, la parola d’ordine sia flessibilità, perché le reazioni dei consumatori sono totalmente diverse”, ha raccontato Ruffini a laRepubblica. “Credo, inoltre, che dobbiamo essere più domestici. Ci sarà un nuovo cliente, che noi chiamiamo ‘new local’, che è il cliente locale che comprava quando viaggiava. Credo che non dobbiamo più aspettarci che ci siano tanti giapponesi che vadano alle Hawaii, cinesi che vengano a Milano e Parigi, o italiani che vadano nelle città europee. Quello di oggi è un cliente locale nuovo, è importantissimo e va intercettato. Noi, per esempio, abbiamo due negozi di grande successo alle Hawaii, i quali vivono solo di turismo. Quindi ora dobbiamo riuscire a intercettare il cliente di Tokyo che non va più alle Hawaii, ma che rimane in Giappone. Questo nuovo cliente ha un atteggiamento totalmente diverso e dobbiamo riuscire a intercettarlo e, per farlo, abbiamo fatto questo progetto che si chiama ‘new locals’, proprio per approcciarci a lui”.
La velocità è la formula condivisa anche dal gruppo Ngg, cui fanno capo marchi come Palm Angels, Opening Ceremony, Marcelo Burlon County of Milan e Off-White. Quest’ultimo, come annunciato negli scorsi giorni, non svelerà la collezione P/E 2021 a settembre preferendo presentare le nuove proposte a gennaio, consegnando nei negozi il mese successivo. “Il gruppo è nato cercando di pensare a delle storie indipendenti e per noi è la normalità percepire collezioni locali e fatte per un cliente con esigenze diverse, non posso pensare che il ragazzo di Shanghai abbia le stesse necessità di quello di Los Angeles”, ha spiegato De Giglio. “Quindi abbiamo cercato di ridurre le tempistiche, dalla concezione della collezione all’emissione sul mercato, rendendole immediatamente disponibile nei negozi. Queste non contano migliaia di capi, ma sono ridotte e pensate sul ‘locale’. Questo meccanismo, che sarà applicato a tutti i marchi, ci permetterà di essere sempre più veloci. Il nostro modo di pensare, in ogni caso, andava già in questa direzione, tanto che nel 2019 abbiamo realizzato, a livello di gruppo, circa 200 collezioni”. Inoltre, “riducendo quanto immesso nel mercato, possiamo capire quale sia la quantità che realmente il mercato può assorbire, controllarla e ripensarla per l’uscita successiva. In questo modo possiamo evitare che poi il prezzo venga scontato e il marchio diluito”.
Queste posizioni a favore della velocità si pongono in antitesi con quanto affermato da molti esponenti del mondo della moda che, nelle ultime settimane, hanno invocato un rallentamento del sistema. Tra queste, per esempio, Giorgio Armani e un gruppo di designer e manager capitanati da Dries Van Noten.
Il ritorno alla normalità? Almeno apparente? Secondo Ruffini, “il 2021 sarà un anno di transizione. Il 2022 può essere un anno in cui iniziare di nuovo a ragionare in maniera normale”.