Dalla boutique allo smartphone. Motivi, Oltre e Fiorella Rubino sperimentano una strategia di comunicazione virtuale che si avvale dell’expertise delle proprie addette alle vendite. I marchi di Miroglio Fashion hanno lanciato un progetto social che rende alcune venditrici degli store italiani delle vere e proprie neo-influencer. Tramite la piattaforma Workplace di Facebook, il personale di vendita dei marchi ha votato le 6 aspiranti star del web, 2 per ciascuna griffe, tra le 300 che hanno risposto all’iniziativa lanciata dall’azienda per rappresentare online i brand. Le style ambassador trasportano quindi la propria esperienza dallo store ai social network attraverso foto, tutorial, dirette Instagram, Tik Tok video, direct messaging e consigli veicolati mediante i loro profili e quelli ufficiali di Motivi, Oltre e Fiorella Rubino. Un dialogo costante per mantenere vivo il contatto che, prima dell’emergenza Coronavirus, 2.500 addette alle vendite stringevano con oltre 1,5 milioni di clienti fidelizzate.
“Abbiamo pensato, sulla scia del marketing umanistico, di far vivere l’esperienza di shopping online alle nostre clienti avvalendoci di sei ragazze, votate dalle loro colleghe perché ritenute le più rappresentativa per ciascun marchio”, ha spiegato a Pambianconews Furio Visentin, managing director delle tre label.
Per quanto concerne la riapertura dei negozi in concomitanza con la ‘Fase 2’ annunciata dal Governo il manager assicura un’organizzazione che garantirà alle clienti la massima sicurezza.
“Trasformeremo i nostri store in showroom con una cerimonia di vendita pensata in virtù delle nuove esigenze: i capi scelti tra quelli esposti arriveranno direttamente dal magazzino e saranno sanificati seguendo le indicazioni governative. La cliente percepirà un’attenzione costante. Sarà inoltre messa a punto una procedura di prenotazione per le visite su appuntamento. Per chi non volesse tornare in boutique verrà potenziata l’omnicalanità attraverso live-streaming dal negozio e invii a casa. La cliente potrà quindi mantenere un rapporto col punto vendita pur non varcando fisicamente la soglia d’ingresso”, specifica Visentin.
Il manager prevede anche un cambiamento di comportamenti d’acquisto da parte dei consumatori che dopo il lockdown propenderanno per indumenti più durevoli, le aziende d’altro canto terranno in maggior considerazione il valore del prodotto: “L’identità di un capo si sposa anche con il concetto di sostenibilità. I consumatori avranno più consapevolezza della propria spesa: meglio offrire meno merce ma intrisa di maggiore identità in termini di qualità e stile”.