Marc Jacobs a ruota libera. In concomitanza con l’iniziativa Vogue Global Conversations, ieri pomeriggio il designer americano ha rilasciato un’intervista al direttore di Vogue Uk Edward Enninful facendo chiarezza sulla difficile condizione del proprio brand, e del sistema moda, durante l’emergenza Covid-19. Lo stilista ha ammesso subito che l’isolamento non è la miglior fonte di ispirazione e ha confessato di non lavorare a nessuna nuova collezione: “Ad essere onesti, non so cosa faremo o quando inizieremo. Per disegnare una collezione ho bisogno del mio team, e il mio team necessita di guardare ai tessuti realizzati in Italia”. La collezione A/I 2020-21 svelata durante la New York fashion week di febbraio, ha spiegato, non è stata prodotta. Dopo la sfilata, i capi sono stati presentati anche ai buyer nei giorni della Paris fashion week, ma non ci sono stati ordini perché tutti hanno lasciato in anticipo la capitale francese. In mancanza di ordini, non sono partite le richieste per i tessuti realizzati in Italia da aziende che, in ogni caso, non erano attive.
Jacobs, che ha scelto di alloggiare presso l’hotel Mercer di New York durante il lockdown, ha sottolineato che non è solo il processo di progettazione a essere cambiato, ma anche quello produttivo, distributivo ed espositivo. Lo stilista non garantisce la realizzazione di una collezione P/E 2021 e, di conseguenza, una sfilata: “In ogni caso certamente non allestiremmo uno show come abbiamo fatto in passato. Già la scorsa stagione, davvero poche persone erano presenti a New York e pochi hanno sfilato. Adesso è irrealistico pensare a invitati, modelle, giornalisti e make up artist che prendono un aereo per una sfilata. Non credo che quando tutto questo si sarà calmato, tutti torneranno a prendere un aereo, un treno, un bus per una sfilata. Dovremo avere pazienza. Sebbene tutti vogliano ristabilire l’economia e ripristinare un senso di normalità, dobbiamo prestare molta attenzione. Ciò che faccio, i vestiti che realizzo, come vengono presentati attraverso uno show, probabilmente questa modalità non esisterà più”.
Il fashion designer ha riflettuto anche su problemi antecedenti all’emergenza sanitaria: “Abbiamo avuto problemi a raggiungere i clienti perché le persone non fanno più shopping nei negozi come prima. Ai clienti piace acquistare online. Ma se ripensiamo il nostro business come un un business prevalentemente digitale, allora dobbiamo riflettere su cosa facciamo”.
Come affermato pochi giorni fa da Giorgio Armani, anche Jacobs crede che la quantità delle collezioni sia troppa: “L’ammontare di cose che facciamo è eccessivo, abbiamo portato tutto a un tale eccesso che non ci sono più clienti e siamo tutti esausti, nessuno lo apprezza realmente. È diventato tutto un’incombenza che rappresenta uno spreco di tempo, energia, soldi e materiali. Lo spreco non ha nulla a che fare con il lusso e la creatività”.