Otb ha chiuso il 2019 a quota 1,53 miliardi di euro, in aumento del 6,4% rispetto al 2018, in crescita in tutti i business, canali (il retail in particolare cresce del 9%) e regioni. È lo stesso amministratore delegato del gruppo veneto Ubaldo Minelli a sottolineare la performance positiva trasversale a tutti i fronti di Otb, cui fanno capo i marchi Diesel, Maison Margiela, Marni, Viktor&Rolf e Amiri, e le aziende Staff International e Brave Kid. Minelli ha evidenziato, al contempo, la ripresa del brand ammiraglio Diesel. “Siamo soddisfatti dei risultati di bilancio – ha spiegato a Pambianconews – in primo luogo per il confronto gli con anni precedenti, particolarmente il 2018. E poi perché 2019 era primo anno del percorso triennale approvato a fine 2018: abbiamo centrato i target promessi, e questo bilancio rappresenta perciò un punto di partenza, e non di arrivo”.
Sempre in termini di conti, Otb ha ribaltato lo scenario 2018 a livello di marginalità: nel 2019 l’ebitda consolidato di gruppo si è attestato a 190 milioni di euro, e l’ebit è stato positivo per 18 milioni, “con una significativa inversione di tendenza – si legge nella nota – rispetto all’esercizio precedente. La posizione finanziaria netta si rafforza ulteriormente a 124 milioni (esclusi gli effetti IFRS16), confermando una solida patrimonializzazione del gruppo e la capacità di finanziarne la crescita”.
Nel generale scenario positivo, il focus principale è il turnaround di Diesel che ha ripreso a crescere, registrando un incremento dei ricavi del 2,6 per cento. “Il brand Diesel vale il 60% del fatturato del gruppo – ha spiegato l’AD – e nel 2019 ha iniziato a beneficiare del lavoro importante che ha visto protagonista in prima battuta Renzo Rosso, rientrato a livello operativo. Un percorso che è stato già avviato nel 2018, e i cui benefici pensiamo emergeranno ancor più evidenti nel 2020 e negli anni successivi”. Si è trattato di un lavoro di ristrutturazione della distribuzione, per cui è stato intensificato il processo di riqualificazione, attraverso “tagli significativi a wholesale e store non più in linea con la strategia e i risultati attesi”, ma anche attraverso l’apertura di 45 nuovi monomarca con un rinnovato concetto di interior design.
Il lavoro su Diesel è stato inoltre di riposizionamento, poiché il marchio “ha ampliato il target dei clienti – ha ripreso Minelli -, spostandosi anche su una clientela più giovane che, negli ultimi anni, aveva dimostrato un interesse relativo al brand”. L’effetto si vede anche sull’e-commerce: “Il percorso verso l’omnicanalità – ha aggiunto il manager – sta consentendo di scaricare a terra i risultati: l’e-commerce Diesel ha registrato una crescita del canale diretto del 24,3%, che sommato al business e-commerce indiretto fa salire a oltre l’11% il fatturato del marchio realizzato online”.
Minelli ha lasciato capire che sul fronte e-commerce le novità non sono finite, e che presto saranno annunciati passi strutturali importanti a livello logistico. Inoltre, ha ribadito che, per quanto “le priorità siano quelle di un piano triennale definito ‘a parità di perimetro’”, il gruppo non esclude possibili acquisizioni. “Tenuto conto che la posizione finanziaria netta è positiva e che il gruppo può contare su 900 milioni di patrimonio netto – ha spiegato il CEO -, e partendo dall’assunzione che l’imprenditore vuole crescere, riteniamo che lo sviluppo, oltre ai brand e alle loro potenzialità, possa avvenire anche cogliendo opportunità sul mercato”.
Infine, le previsioni su 2020. “Prima del Coronavirus eravamo molto sereni su questo esercizio – ha detto Minelli -, oggi dobbiamo farci i conti e stare allertati. Non siamo così preoccupati sul fronte cinese perché nel Paese siamo storicamente indietro rispetto ad altri competitor, essendo la quota sul quel mercato ferma al 5% (contro, per esempio, il 25% del Giappone). Sono previsti importanti investimenti in Cina, ma per adesso l’impatto è stato contenuto come distribuzione. Qualche impatto rischiamo di sentirlo più sulla parte sourcing per alcune produzioni di Diesel”.
Certo, ha concluso il manager, la questione Coronavirus non riguarda più unicamente la Cina. Questa situazione “è monitorata quotidianamente, e abbiamo approntato un action plan per intervenire in modo da minimizzare gli eventuali impatti”.