Hudson’s Bay dice no al rilancio arrivato dal private equity Catalyst Capital Group, che aveva valutato il retailer canadese, cui fanno capo Hudson’s Bay, Saks Fifth Avenue, Saks Off 5th e Lord & Taylor, per oltre 2 miliardi di dollari canadesi (circa 1,3 miliardi di euro), offrendo 11 dollari canadesi per azione.
Il comitato speciale incaricato di lavorare sul futuro dell’insegna, ha infatti ritenuto che l’offerta “non fosse ragionevolmente in grado di essere accettata”, recita una nota rilasciata dalla compagnia. A fare pressioni per il ‘no’ è stato il gruppo di investitori guidato dall’executive chairman di Hudson’s Bay, Richard Baker, che detiene il 57% del marchio (Catalyst controlla invece il 17,5 per cento). La cordata di investitori capitanata da Baker, lo scorso ottobre, aveva già formulato una proposta di acquisizione, inferiore a quella di Catalyst (10,30 dollari per azione).
La prossima mossa nella partita che dovrebbe portare Hudson’s Bay a diventare un’azienda privata è attesa per il 17 dicembre, quando gli azionisti saranno chiamati ad esprimersi sulla proposta di Baker.
Dal canto proprio, Catalyst in un comunicato ha fatto sapere di aver richiesto un’audizione all’Ontario Securities Commission, allo scopo di ritardare la votazione del 17 dicembre ed evitare l’acquisizione da parte di Baker.
Ieri il titolo di Hudson’s Bay, sulla prospettiva di una mancata asta al rialzo tra i due offerenti, ha chiuso la giornata sui listini in calo del 4,4%, e in giornata è arrivato a perdere fino al 6,6%, il peggior ribasso in un anno.
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