Lvmh si compra Tiffany per 16,2 miliardi di dollari (circa 14,7 miliardi di euro). Lo conferma una nota del colosso francese del lusso parlando di una transazione dal 135 dollari per azione in cash (il titolo della casa americana aveva chiuso le negoziazioni di venerdì a 125,5 dollari). “L’acquisizione di Tiffany – si legge nella nota – rafforzerà la posizione di Lvmh nella gioielleria e aumenterà ulteriormente la sua impronta negli Stati Uniti. L’aggiunta di Tiffany trasformerà la divisione Watches & Jewelry di Lvmh e va a completare le 75 distinguished Houses del gruppo”. La divisione orologi e gioielleria della società francese comprende Bulgari, Tag Heuer, Zenith, Fred, Hublot, Chaumet.
L’operazione ha ricevuto l’approvazione del board di entrambi i player e dovrebbe concludersi entro la prima metà del 2020, dopo una serie di passaggi, tra cui l’adesione degli azionisti all’Opa sui titoli del gioielliere americano.
Per Lmvh si tratta della maggiore acquisizione mai effettuata, superiore anche a quella per acquistare la quota restante di Christian Dior nel 2017. Il valore, inoltre, è oltre tre volte quanto pagato per rilevare Bulgari nel 2011 (4,3 miliardi di euro), quando “l’approccio fu simile”, rilevano gli analisti, con una proposta emersa nel week end. In questo caso, il primo approccio è avvenuto nel fine settimana. E anche la chiusura è stata definita tra questi ultimi sabato e domenica.
“Tiffany si è concentrata sull’attuazione delle nostre priorità strategiche chiave per guidare una crescita sostenibile a lungo termine. Questa operazione, che avviene in un momento di trasformazione interna del nostro leggendario marchio, fornirà ulteriore supporto, risorse e slancio a queste priorità man mano che ci avvicineremo a diventare The next generation luxury jeweler”, ha aggiunto Alessandro Bogliolo, amministratore delegato di Tiffany.
La gioielleria è stata una delle categorie che hanno performato meglio tra i luxury goods nel 2018. Bain & Co stima per il comparto una crescita del 7% nell’anno in corso, per un mercato globale da 20 miliardi di dollari. L’acquisizione di Tiffany permette al gigante guidato da Bernard Arnault di guadagnare terreno, nel segmento dei preziosi, rispetto al competitor Richemont, che controlla, tra gli altri, Cartier e Van Cleef & Arpels. “L’operazione è una buona notizia ed era attesa”, ha spiegato a Business Of Fashion Luca Solca, analista di Bernstein, spiegando che il prezzo è leggermente sopra le attese del mercato.