I rumors erano fondati. Marco Marchi, fondatore e presidente di Liu Jo, ha sottoscritto gli accordi per l’acquisizione del gruppo carpigiano Blufin attraverso la nuova holding Eccellenze Italiane. Il progetto di aggregazione e accelerazione di brand di fascia alta di cui il manager aveva parlato anche pochi giorni fa durante il 24° Fashion Summit Pambianco – Deutsche Bank.
La trattativa è avvenuta in via privata tra la famiglia Tarabini e Marchi senza istituti bancari intermediari, essendosi conclusa con la sottoscrizione degli accordi per la cessione del 100% delle quote di Blufin a Eccellenze Italiane. In 5 anni Marchi conta di arrivare a un fatturato di 50 milioni di euro con un Ebitda a doppia cifra.
Blufin, fondata negli anni 70 da Anna Molinari insieme al marito Gianpaolo Tarabini, è proprietaria dei marchi Blumarine, Blugirl, Anna Molinari e Be Blumarine ed è oggi presente in 50 Paesi, con collezioni distribuite in più di 500 punti vendita, di cui 31 boutique e shop-in-shop monomarca in tutto il mondo. Il fatturato consolidato 2018, comprensivo di royalties sulle licenze, è stato di 33 milioni di euro generato per il 40% dal mercato domestico e per il 60% dai mercati internazionali. Per la prossima stagione sarà un team di designer interno a realizzare la collezione capace di coniugare gli elementi distintivi di Blumarine con quello che sarà il nuovo percorso del brand. La direzione creativa è ancora in fase di definizione e porterà nuovamente il brand a sfilare durante la Milano Moda Donna a settembre del prossimo anno.
“Con questa acquisizione – dichiara Marchi in un comunicato – prende forma il mio sogno imprenditoriale di aggregare delle Eccellenze Italiane e lanciarle nella competizione globale. In un mercato in fortissima evoluzione, i consumatori premiano i brand forti di identità distintive che fanno della qualità e della creatività gli elementi fondanti. In Italia esiste questo straordinario patrimonio di aziende che tuttavia spesso non sono in grado di crescere per mancanza di massa critica, capitale, tecnologia, management e sinergie. Asset che solo un grande gruppo può garantire”.
Poche settimane fa il manager è entrato nel capitale di Coin con un aumento di capitale che lo ha portato a detenere una quota pari al 15 per cento. L’imprenditore emiliano ha fatto così il proprio ingresso nel Cda della catena di department store italiana.