Non solo griffe affermate. L’ultima edizione di Milano Moda Donna (17-23 settembre) ha, come di consueto, ospitato un ampio gruppo di luxury brand consolidati cui si è affiancato un panorama più vasto di marchi emergenti. Se fino a poche stagioni fa la capitale della moda italiana sembrava essere meno proiettata verso i nuovi talenti, questa volta sembra aver puntato con maggior impegno a nuovi nomi del fashion system, aggiungendosi a Londra e New York come incubatrice di upcoming brand anche internazionali.
L’ITALIA S’È DESTA
Il parterre delle sfilate ha registrato un’ampia rappresentanza di stampa italiana e internazionale, oltre a buyer, influencer e fashion blogger, solitamente presenti soprattutto durante i défilé più prestigiosi. Del resto, rispetto ad alcuni anni fa, i marchi emergenti hanno goduto di slot strategici all’interno del calendario ufficiale, tra le sfilate di colossi come Fendi, Armani e Bottega Veneta.
Alcuni dei nomi in calendario sono approdati all’ombra della Madonnina con il supporto della Camera Nazionale della Moda Italiana dopo un’intensa gavetta.
È il caso di Simona Marziali, stilista marchigiana che ha iniziato la sua carriera lavorando per aziende quali Gilmar, Otb e Gruppo Max Mara prima di fondare il proprio marchio in collaborazione col maglificio di famiglia Tomas. Nel 2018, in seguito alla vittoria del concorso ‘Who is on next’ promosso da Vogue Italia e Altaroma, ha goduto di un’immediata visibilità internazionale che oggi la porta ad essere distribuita in 180 store nel mondo. Tiziano Guardini ha saputo costruire una solida reputazione nel campo della moda sostenibile tanto da aver vinto, nel 2017, il premio Franca Sozzani Green Carpet Challenge Fashion Award per il suo impegno nella produzione green. Marco Rambaldi, altro finalista di ‘Who is on next’, ha lanciato l’omonimo marchio 5 anni fa, le sue collezioni sono prodotte in licenza esclusiva da Errebi, realtà nata come business incubator per brand emergenti made in Italy.
Act N°1, griffe emiliana ideata da Luca Lin e Galib Gassanoff, nel 2016 vincitrice di ‘Who is on next’, ha esposto inizialmente le proprie proposte presso la fiera di settore White e ha saputo sorprendere gli spettatori dell’ultimo show con una passerella sull’acqua.
La cartina di tornasole del fenomeno può essere rappresentata dalla mostra allestita presso le sale di Palazzo Cusani, dedicata alle creazioni di 70 designer che hanno contribuito al successo di Vogue Talents, progetto di fashion talent scouting di Vogue Italia che ha festeggiato 10 anni. Brand come Msgm, Sara Battaglia, Giannico, Vivetta, Gcds, Aquazzura e The Attico sono oggi validi punti di riferimento del segmento contemporary cui si affianca una nuova generazione di nomi italiani e internazionali.
DO YOU SPEAK MILANO?
Una panoramica sui nuovi progetti extra confine è stata allestita presso lo Spazio Cavallerizze, all’interno del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, sede del Fashion Hub di Milano Moda Donna. La nona edizione del Fashion Hub Market ha infatto avuto per protagonisti 6 brand emergenti nostrani (Apnoea, Carmelina Raco, Caterina Gatta, Delirious Eyewear, Vanta Design Studio, Woobag) e alcuni progetti internazionali. Sono stati aperti al pubblico gli allestimenti Budapest Selects Returns, Africa Now e Sino-Italian Fashion Show by Chic Group. Il primo ha visto la presentazione di 7 marchi ungheresi proposti nell’ambito del programma di mentoring della Camera Nazionale della Moda Italiana e dell’Hungarian Fashion & Design Agency. Africa Now ha racchiuso una selezione di quattro giovani brand africani le cui creazioni mixano creatività, artigianato di lunga tradizione e attenzione alla sostenibilità e impegno in concreti progetti di carattere etico. Chic Group è tornato per promuovere la fase successiva di Xi’an Fashion Town, ribattezzata ufficialmente Sino-Italian Fashion Town by Chic Group, all’interno del Fashion Hub Market dove sono state esposte le creazioni di otto designer emergenti cinesi.
Milano si appresta così a diventare fucina di nuovi talenti italiani e, parallelamente, palcoscenico per realtà stilistiche provenienti da tutto il mondo.