Forever 21, insegna Usa del fast fashion, ha fatto richiesta di protezione dai creditori con la procedura Chapter 11, confermando le difficoltà del retail tradizionale rispetto al cambiamento delle abitudini di consumo e all’avanzata dell’e-commerce. Nell’ambito della procedura, Forever 21 chiuderà fino a 178 punti vendita negli Stati Uniti (350 in totale nel mondo). In una lettera ai clienti, pubblicata sul sito di Forever 21, l’azienda ha comunicato che le decisioni su quali punti vendita chiuderanno sono ancora in corso. “Prevediamo tuttavia – spiega la nota – che un numero significativo di questi negozi rimarrà aperto e funzionerà come al solito. Non prevediamo di uscire da alcun mercato importante negli Stati Uniti”.
Forever 21 è stata fondata a Los Angeles nel 1984 dai coniugi Do Won Chang e Jin Sook Chang. Il retailer è partito dalla vendita di abbigliamento femminile per poi approdare anche al menswear, agli accessori e alla moda per bambini. Tra i promotori della moda low cost, Forever 21 ha aperto 815 punti vendita in 57 Paesi. La conferma delle difficoltà dell’azienda è arrivata lo scorso maggio, quando il gruppo ha annunciato la liquidazione di tutti gli store cinesi, compreso l’e-shop e i marketplace online su Tmall e Jd.com.
Dall’inizio del 2017, sono oltre una ventina i rivenditori americani di vari settori, tra cui Sears Holdings Corp, Payless ShoeSource e Toys ‘R’ Us, che hanno presentato istanza di fallimento. Dall’inizio dell’anno, negli Usa, hanno chiuso i battenti oltre 8mila store, numero che, secondo Coresight Research, avrebbe già superato il totale del 2018 (5.589 unità dismesse).