La moda fa sistema in ottica green. La scorsa settimana, infatti, 32 big internazionali della moda e del tessile hanno firmato il Fashion Pact, una carta che definisce una serie di obiettivi condivisi in termini di sostenibilità, che è stata poi presentata in chiusura del vertice del G7 a Biarritz. Gli scopi cui ambisce il deal sono essenzialmente tre: arrestare il riscaldamento globale, creando un piano d’azione per azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050, al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1.5 gradi, tra adesso e il 2100; ripristinare la biodiversità, raggiungendo gli obiettivi indicati dai parametri stabiliti dall’iniziativa science-based target, per ristabilire gli ecosistemi naturali e proteggere le specie; proteggere gli oceani, riducendo l’impatto negativo del settore della moda sugli oceani stessi, mediante iniziative concrete, quali la riduzione graduale della plastica monouso.
Tra i firmatari, player come Adidas, Burberry, Chanel, Gap, H&M, Inditex e Kering. Diversi gli italiani presenti: Ermenegildo Zegna, Giorgio Armani, Prada e Salvatore Ferragamo.
A Biarritz erano presenti, oltre a Emmanuel Macron, anche i firmatari del Fashion Pact. Nei mesi scorsi, era stato proprio il presidente francese ad affidare a François-Henri Pinault, presidente e CEO di Kering, il compito di riunire e coinvolgere gli attori più importanti nel settore fashion e tessile con la finalità di definire obiettivi concreti per ridurre l’impatto ecologico causato dal comparto.