La paura di una fuga cinese dal lusso, che aveva raffreddato le previsioni dei gruppi internazionali e italiani nella prima parte del 2019, sembra passata. Tra fine maggio e inizio giugno, gli analisti e gli stessi conti delle aziende hanno confermato una tendenza ormai tangibile: nonostante la crescita delle disuguaglianze, la Cina aumenterà i consumi di lusso e lo farà nelle sue aree cosiddette ‘rurali’, dove sta replicandosi un fenomeno già visto in altre parti del mondo, ossia la corsa all’acquisto di beni ‘trofeo’ per elevare la propria posizione sociale, come già accaduto nelle città landmark del dragone. Non è un caso, dunque, che l’inizio dell’estate abbia coinciso con i nuovi record borsistici di Dior ed Hermès, e valori vicini ai personali record per Lvmh, Kering, Richemont e le aziende italiane quotate. A fronte del sospiro di sollievo sulla tenuta della mainland Cina, gli analisti si aspettano un calo dello shopping cinese all’estero, fattore che ha rappresentato il principale driver degli acquisti in ogni strada del lusso del globo negli ultimi cinque anni. Ma, sotto questo aspetto, ci sono strade che sembrano non temere flessioni. E, tra queste, c’è sicuramente Montenapoleone. È significativo, infatti, che per il simbolo degli acquisti luxury italiano, siano stati presentati in questi giorni due progetti di forte impatto. Il primo è la conquista da parte di Lvmh dell’intero palazzo al numero 2 della via, che diventa una sorta di buiding dedicato alle griffe del colosso francese, con un investimento da 24 milioni d’affitto l’anno. Il secondo è la trasformazione finale dell’ex garage Traversi, posizionato a cinquanta metri da Montenapo, che diventerà una torre cilindrica di vetro alta nove piani, con un mall per lo shopping, una piscina vista Duomo e un ristorante panoramico sul tetto. Sono due esempi di come Milano continui a spingere sull’acceleratore del proprio standing che, probabilmente, è stato uno dei fattori per cui la città, assieme a Cortina, si è appena aggiudicata le Olimpiadi invernali del 2026. Insomma, in un mondo che rafforza i suoi poli d’attrazione, Milano continuerà ad avere una Madonnina da giocare.