Confindustria Moda, la federazione che riunisce le imprese e le associazioni del settore tessile moda e dell’accessorio, ha tenuto ieri, presso l’università Bocconi di Milano, la prima assise dalla sua nascita, datata 2017. Sul palco, oltre al presidente Claudio Marenzi, sono saliti anche i presidenti delle sette associazioni federate (Assopellettieri, Federorafi, Assocalzaturifici, Unic, Aip, Smi e Anfao), impegnati a ribadire la necessità di “fare sistema”: non a caso, il titolo scelto per l’occasione è stato “Unisono”.
E a ribadirlo, ancora una volta, è stato proprio Marenzi, al suo ultimo anno di presidenza (verrà poi sostituito da Marcolin). “Ci sono stati alcuni battibecchi e differenze iniziali, che ci sembravano invalicabili. Poi, però, siamo riusciti ad avere un timbro diverso, ma con un’unica altezza”. E, per risultare ancora più incisivo, dal palco cita Italo Svevo: “La stonatura è la via dell’unisono”. Marenzi ha tenuto a ricordare i risultati raggiunti in questi primi due anni da Confindustria Moda, insieme ai servizi messi a fattor comune (come l’ufficio studi e quello legale, nella nuova sede milanese in corso Sempione), ma ha anche ammesso che “si può fare di più”. In quali campi? L’imprenditore ha menzionato quello della contraffazione (“Bisogna far sentire la nostra voce a Bruxelles”), della sostenibilità, della reciprocità di dazi tra Asia ed Europa, ma anche delle agevolazioni fiscali per tutta la filiera e dell’abbattimento del cuneo fiscale. Ma si è speso anche sul tema della formazione, definendolo “madre dei temi comuni”, e ricordando come siano in uscita 50mila posti di lavoro nel tessile-moda-accessori, a fronte di soli 9mila studenti negli istituti italiani.
L’Assise di ieri è stata anche l’occasione per diffondere i dati consuntivi del 2018 e quelli del primo trimestre del 2019. Lo scorso anno, il fatturato delle aziende associate è salito a 95,5 miliardi di euro (+0,7%), con un export pari a 63,4 miliardi (+2,7 per cento). Il 49,6% di questi flussi è stato assicurato dal tessile-abbigliamento, seguito da calzature e pelletteria – rispettivamente con un’incidenza del 15,1% e del 12,9% -, dall’oreficeria-gioielleria (10,2%), dall’occhialeria e concia (6% ciascuna) e dalle pellicce (1 per cento). Il comparto si è confermato il secondo settore industriale italiano per avanzo commerciale dopo la meccanica, con 28,1 miliardi di euro. In totale, conta su 66mila aziende, per un totale di oltre 580mila persone impiegate.
Da gennaio a marzo 2019, invece, l’export del comparto tessile-moda-accessori è cresciuto del 5,6%, per un valore complessivo di 16,6 miliardi di euro.
Il convegno di ieri è proseguito con gli interventi di Marco Boglione (Basicnet), Matteo Marzotto (Dondup) e Marco Palmieri (Piquadro), che hanno raccontato la propria esperienza imprenditoriale e le sfide del made in Italy.
A chiudere i lavori è stato il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che ha sottolineato come l’industria italiana sia in grado di fare sistema grazie all’impegno dei suoi operatori.