La gara che da sempre contrappone i due colossi del lusso francese, Kering e Lvmh, si gioca adesso in modo emblematico sul posizionamento sostenibile. Una competizione che non può che dettare la linea all’intero settore del lusso, nel definire i temi del rispetto del pianeta come strategici per il nuovo allure delle griffe. L’ultimo step del confronto si è giocato tra ieri e questa mattina.
Ieri, Kering ha pubblicato i suoi nuovi standard in materia di benessere degli animali, in linea con la politica di rendere accessibili le pratiche relative alla sostenibilità. Questa mattina, Lvmh ha invece siglato una partnership di cinque anni con l’Unesco per supportare il suo programma dedicato all’uomo e alla biosfera.
L’iniziativa del gruppo guidato da François-Henri Pinault, “la prima serie di criteri che trattano il benessere degli animali nel mondo del lusso e della moda”, mira ad adottare le pratiche migliori per gli animali coinvolti nella catena di approvigionamento del colosso, per la conservazione della biodiversità. “Auspichiamo una adozione diffusa degli standard attraverso la collaborazione con i nostri fornitori, il settore del lusso e della moda in senso ampio, e anche con l’industria agro-alimentare, nelle catene di approvvigionamento condivise, al fine di cambiare il modo in cui noi, in quanto società, trattiamo gli animali e la natura”, ha dichiarato Marie-Claire Daveu, direttrice dello sviluppo sostenibile e degli affari istituzionali internazionali di Kering. Il primo insieme di norme, pubblicate ieri, integra anche i requisiti specifici concernenti il trattamento di bovini, ovini e caprini per tutta la durata della loro vita, nonché le direttive relative ai macelli. Questi standard, strutturati su tre livelli (bronzo, argento e oro) “sono il frutto di tre anni di collaborazione con gli esperti del benessere degli animali, gli agricoltori e allevatori, gli scienziati e le Ong”. Tra le pratiche migliori elencate nel comunicato di Kering, l’abolizione dei recinti d’ingrasso e degli allevamenti intensivi a favore del pascolo, la promozione dell’agricoltura rigenerativa e la proibizione dei trattamenti antibiotici con effetti subterapeutici.
Per quanto riguarda Lvmh, invece, è di questa mattina la notizia del patto siglato con l’Unesco, a supporto del suo programma scientifico intergovernativo che mira a salvaguardare la biodiversità nel pianeta, nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi fissati al 2030 in termini di miglioramento di fattori come povertà, fame, salute, equità e clima. A seguito di questa partnership, Lvmh supporterà gli eventi organizzati dall’Unesco nei prossimi due anni, tra cui la Conferenza sul cambiamento climatico. “Crediamo che l’Unesco e il suo programma possano dotarci delle competenze scientifiche necessarie in più campi e per tutta la nostra supply chain”, ha fatto sapere Antoine Arnault.