Anche J.Crew si prepara a cavalcare l’onda favorevole del mercato del jeans. Il gruppo americano potrebbe infatti optare per lo spin-off e la successiva quotazione della controllata Madewell che deve il suo successo soprattutto all’offerta denim e che, a differenza della capogruppo, registra performance positive. Nell’ultimo trimestre del 2018, precisa Bloomberg, i ricavi di Madewell hanno segnato un +26%, contro il -4% del brand J.Crew. A spingere il conti del retailer, che dall’inizio del 2019 ha già aperto 4 nuovi punti vendita contro i 12 chiusi da J.Crew, è la sua popolarità tra i Millennials.
L’Ipo del marchio, nato nel 2006, potrebbe concretizzarsi già nella seconda parte del 2019, ha spiegato la stessa azienda alla stampa americana, a margine dell’ufficializzazione della nomina di Michael Nicholson come interim chief executive officer di J. Crew. Lo spin-off, ha commentato Neil Saunders, analista di GlobalData Retail, “ha molto senso a livello strategico”, perché consentirebbe al gruppo di riscattarsi valorizzando le attività che oggi performano meglio. “Con scadenze di debito fissate per il 2021 e una leva finanziaria molto elevata – ha spiegato Raya Sokolyanska, vice president di Moody’s – per J.Crew si prospetta lo scenario di una seconda ristrutturazione finanziaria, dopo la conversione dei debiti del 2017″.
Nell’eventuale processo di scorporo delle attività di Madewell, Libby Wadle e Lynda Markoe, rispettivamente CEO e chief administrative officer del marchio, manterrebbero i loro incarichi.
L’operazione segue la scia di quanto già operato da gruppi come Vf Corporation, che la scorsa estate ha scorporato i brand del jeans (Wrangler e Lee) in una newco, o dalle strategie di ripartenza di Calvin Klein, affidate proprio al denim, all’underwear e al beauty. A far ben sperare è inoltre il successo del ritorno sui listini di Levi’s, la cui valorizzazione complessiva ha superato le aspettative, portandosi a quota 6 miliardi e mezzo di dollari. Con l’Ipo (21 marzo scorso), la società ha raccolto 623 milioni di dollari. Levi Strauss ha pubblicato negli scorsi giorni i conti dei tre mesi al 24 febbraio scorso, evidenziando ricavi in crescita del 7% per 1,43 miliardi di dollari e profitti per 147 milioni, che si confrontano con la perdita di 19 milioni di dollari del corrispondente periodo del 2018. L’utile netto rettificato è infine balzato dell’81% a 151 milioni di dollari.
Nel 2018, conferma Bloomberg, l’industria del jeans americano è tornato alla crescita (+2,2%) dopo “quattro anni consecutivi di declino”.