EssilorLuxottica archivia il primo esercizio dopo la fusione da 46 miliardi di euro avviata due anni fa, tra il gruppo delle montature fondato da Leonardo Del Vecchio e quello francese delle lenti. I dati appena comunicati segnalano ricavi pro-forma in crescita del 3,2% a cambi costanti a 16,16 miliardi (-1,2% a cambi correnti). L’utile operativo pro forma adjusted si è attestato nel 2018 a 2,572 miliardi (+1,2% a cambi costanti), con un margine operativo stabile al 15,9 per cento. L’utile netto pro forma adjusted è diminuito dell’1,7% a 1,871 miliardi.
Nel dettaglio, per Essilor «il fatturato si è attestato a 7.459 milioni di euro, in aumento del 4,6% rispetto all’anno precedente, su base omogenea di circa il 4%, contando anche la crescita del 5,7% nel quarto trimestre. Un risultato al di sopra dell’obiettivo iniziale di conseguire una crescita omogenea di circa il 4%». Per Luxottica i ricavi consolidati si sono attestati sugli 8,9 miliardi di euro (+1,5% a cambi costanti e -2,8% a cambi correnti) mettendo a segno un’accelerazione rispetto ai primi sei mesi dell’anno. L’utile netto è calato (su basi adjusted) del 2% a 951 milioni (considerando i cambi costanti sarebbe salito del 6,7% sopra il miliardo di euro). D’altra parte, ricorda il comunicato, l’utile del 2017 beneficiava del Patent Box e dell’impatto della riforma fiscale americana. Per il secondo anno consecutivo i margini si sono attestati sopra il 10 per cento.
Il board proporrà un dividendo di 2,04 euro per azione per il gruppo quotato alla Borsa di Parigi che conferma l’obiettivo di sinergie nette a livello di utile operativo tra 420 e 600 milioni entro cinque anni. «Si prevedono – si legge nella nota di accompagnamento ai conti – sinergie di ricavo nell’intervallo 200-300 milioni di euro, grazie alla capacità di EssilorLuxottica di sviluppare prodotti innovativi e di alta qualità, ottimizzando l’interazione tra montature e lenti, e di servire meglio l’industria attraverso una distribuzione più ampia e una piattaforma logistica maggiormente efficiente. Si prevede che le sinergie di costo si attestino a 220-300 milioni di euro, grazie all’ottimizzazione della supply chain, alla razionalizzazione delle spese generali e amministrative e ai risparmi sulle forniture».
Per il 2019, le aspettative a cambi costanti sono un fatturato in crescita del 3,5-5%; una crescita dell’utile operativo adjusted di 0,8-1,2 volte la crescita delle vendite; una crescita dell’utile netto adjusted pari a 1-1,5 volte quella delle vendite.