La proposta di legge sulle chiusure domenicali è tutta da rifare. Il provvedimento, appoggiato dai Cinque Stelle e presentato dal leghista Andrea Dara, dovrà essere rivisto perché, secondo la Lega, il testo iniziale è stato modificato troppo dagli interventi in commissione. “Abbiamo bisogno di capire quali possono essere le ricadute sui territori, vogliamo un testo il più aperto possibile al confronto, che tenga conto anche delle richieste delle associazioni di categoria. Quindi, si riaprirà la discussione. C’è da parte della maggioranza la volontà di recepire suggerimenti, sia in fase di audizione sia in fase emendativa”, ha confermato la presidente leghista della commissione autorità produttive della Camera, Barbara Saltamartini.
L’intento iniziale del disegno di legge era quello di cancellare la liberalizzazione introdotta nel 2011 e regolamentare le aperture domenicali di negozi e centri commerciali. La proposta sostenuta dal vicepremier Luigi Di Maio era stata fortemente osteggiata dalle grandi catene, con la minaccia di dover ricorrere ai licenziamenti.
L’ultima versione del testo prevede la possibilità per i negozi di restare aperti per un totale di 26 domeniche e 4 festività all’anno, affidando alle singole Regioni il compito di stabilire le giornate di chiusura, e contempla una serie di deroghe per le località turistiche e per le attività di dimensioni inferiori a una certa soglia.
La commissione ha deciso di accogliere la richiesta delle opposizioni e ripartire con le audizioni delle associazioni di categoria sul testo sulle aperture domenicali e festive dei negozi.