Amazon ammette per la prima volta di poter avere un problema con i prodotti falsi che vengono smerciati sulla sua piattaforma. Il colosso delle vendite online, nel suo report annuale (il form 10-K richiesto dalla Sec, la Consob statunitense, che riassume la performance finanziaria di un’azienda), ha introdotto per la prima volta nella sua storia, alla voce “fattori di rischio”, il problema dei falsi. “Potremmo non essere in grado di prevenire la vendita di prodotti falsi, piratati o rubati sul nostro store o tramite store terzi; questi beni potrebbero essere venduti in maniera illegale o non etica, infrangendo il copyright di terzi o le nostre policy”, recita il paragrafo.
La nota riflette le crescenti preoccupazioni circa la vendita di prodotti contraffatti sulla piattaforma: le parole “counterfeit” e “pirated”, fa notare la Cnbc, non erano mai state nominate nel report prima d’ora. La politica da parte del colosso guidato da Jeff Bezos in merito ai falsi è quella di una “tolleranza zero”, ma la realtà dei fatti è che, nonostante Amazon si sia anche dotato di nuove tecnologie per far fronte al problema, sul portale circolano da sempre prodotti falsi, piazzati da rivenditori terzi. Di recente, un numero crescente di cause è stato depositato proprio contro Amazon, accusato più volte di essere “complice” nella diffusione di falsi sul suo sito. Le preoccupazioni si sono fatte più pesanti da quando, nel 2014, Amazon ha permesso ai venditori cinesi di vendere direttamente in Occidente; una decisione che ha fatto aumentare le vendite del 20% in un anno e ha permesso ai ricavi totali di superare per la prima volta i 100 miliardi di dollari.
Il problema potrebbe farsi più serio dal momento che il business di Amazon si sta focalizzando proprio sulle vendite di account terzi, da cui arriva oltre la metà dei prodotti in vendita sul sito (52% nel quarter più recente).
I marchi, da parte loro, sembrano non apprezzare: il caso più eclatante è stato quello di Birkenstock, che nel 2016 ha vietato la vendita dei suoi prodotti a commercianti terzi a causa dei numerosi problemi di contraffazione.