Un 2018 “da record” per il colosso del lusso Lvmh, i cui ricavi, nei 12 mesi, hanno toccato quota 46,8 miliardi di euro, a +10% sull’esercizio precedente. La progressione è stata del 10% anche nel solo quarto trimestre. Secondo quanto riporta la nota ufficiale, i profitti operativi hanno segnato un +21% nel 2018 per 10 miliardi di euro. Il margine operativo è salito al 21,4 per cento.
A livello delle diverse divisioni, nei 12 mesi il giro d’affari della moda segna un +19% (+15% a livello organico) a 18,4 miliardi di euro, mentre i profitti hanno sfiorato i 6 miliardi (+21 per cento). Seguono, in termini di incremento, i profumi e la cosmetica (+10%), i gioielli e gli orologi (+8%) e il selective retailing (+3 per cento). Cresce dell’1%, infine, la divisione wine and spirits.
Tra i brand della moda, la nota del colosso guidato da Bernard Arnault parla di performance “eccezionale” sia per Louis Vuitton sia per Christian Dior, mentre “Fendi e Loro Piana hanno continuato ad affermare il loro know-how in tutte le loro collezioni”. Ambiziosi i progetti che riguardano il nuovo corso stilistico di Celine, con l’esordio sule passerelle, lo scorso settembre, delle proposte firmate da Hedi Slimane. Buone performance, sottolinea sempre la nota, anche per Kenzo, Givenchy e Loewe.
“Le aziende del lusso – si legge su Reuters – hanno dovuto fare i conti con le preoccupazioni del mercato relative al rallentamento della domanda in Cina, il loro principale mercato, alla fiducia dei consumatori e alla guerra commerciale del Paese con gli Stati Uniti. Ma Lvmh ha dichiarato che la domanda in Cina è cresciuta nell’ultimo trimestre del 2018, con vendite che hanno superato le attese nella divisione fashion e pelletteria”. Nell’ultimo quarter del 2018 la sola moda ha infatti messo a segno un +17 per cento.
“Siamo ottimisti per il 2019 – ha dichiarato Bernard Arnault, numero uno di Lvmh, nella conference call riservata agli analisti – ma non possiamo controllare la congiuntura globale”.
All’inizio del 2019 a colpire il lusso (al ribasso) sui listini è stato il taglio delle stime di Apple, che ha evidenziato il rallentamento delle vendite di iPhone, soprattutto in Cina e nei mercati emergenti, generando ulteriori dubbi sulla tenuta dell’area asiatica. “Finora – spiega Bloomberg– , il lusso e i beni di consumo sono però stati risparmiati. Richemont, controllante, tra gli altri, di Cartier e Piaget, ha dichiarato a metà gennaio che i clienti cinesi stanno intensificando i propri acquisti, in ripresa rispetto al rallentamento di novembre. Dal canto suo, anche Tiffany & Co ha beneficiato di una crescita double digit delle vendite in Cina negli ultimi due mesi del 2018″.
In mattinata, le azioni di Lvmh guadagnavano quasi 7 punti percentuali alla Borsa di Parigi. In scia al rally del gigante francese si sono scatenati acquisti sui principali titoli del settore lusso (Moncler +4,2%, Salvatore Ferragamo +3,5%, Brunello Cucinelli +3,5%, Tod’s +1 per cento).
“Il rallentamento della Cina – conclude Bloomberg – potrebbe incidere su investimenti significativi come le automobili, ma non ha ancora toccato beni di lusso ‘dallo scontrino più ridotto’ come le borse di Lvmh. Pechino ha condotto una campagna per aumentare la spesa domestica e superare gli effetti della guerra commerciale, spingendo così le aziende internazionali a spostare il loro focus sulle vendite nella Cina continentale”.