Il bilancio dei saldi invernali, partiti in positivo durante la prima settimana, ha registrato vendite in diminuzione col trascorrere dei giorni. Se i primi sette giorni hanno segnato un +3% rispetto allo stesso periodo del 2017, la seconda settimana si è allineata ai valori dello scorso anno, mentre le previsioni sulla terza parlano di “saldi già finiti”. Almeno secondo quanto rilevato da FederModa-Confcommercio e Confesercenti e riportato da Affari&Finanza.
Salvo i primi quattro giorni con il weekend del 5 e 6 gennaio che hanno fatto registrare una crescita del 6,3%, la seconda e terza settimana hanno segnato un calo nell’ordine del -4% e in alcuni settori come abbigliamento e accessori di oltre il -10%.
La performance, secondo Confimprese, ha risentito di un sistema di promozioni anacronistico, legato a un periodo di 60 giorni giudicato troppo lungo e dispersivo. L’auspicio dell’associazione è di istituire periodi di saldi o promozioni più brevi e più frequenti, come sta avvenendo già grazie all’introduzione del Black Friday anche in Italia, per seguire il turnover dei prodotti che non ha più cadenza biennale ma è rapidissimo e ravvicinato.
Inoltre, per ottimizzare le vendite Confimprese chiede l’apertura dei negozi anche di domenica, perché il 51,6% degli italiani compra nel fine settimana e il fatturato del weekend copre il 45% del totale della settimana.
Il cambiamento nei comportamenti di acquisto, secondo Istat, dipende dal contrarsi del potere di acquisto delle famiglie e non dall’affermarsi dell’e-commerce che ad oggi rappresenta ancora solo il 5% dei consumi delle famiglie. Il cambiamento pare essere culturale, nei rapporti con i consumi e in particolare con la spesa del guardaroba: gli acquisti sarebbero concentrati in brevi periodi che corrispondono con particolari promozioni, come il Black Friday e i weekend di saldi, perché gli italiani preferiscono comprare nei momenti di acquisti collettivi.