Il percorso di profonda riorganizzazione interna spinge Condé Nast a una svolta importante anche sul web. Il colosso editoriale americano, infatti, si prepara ad adottare il paywall di tutte le sue testate, incluse Vogue, GQ e Glamour, entro la fine del 2019. A dare per primo la notizia è un stato report del Wall Street Journal, secondo cui, in una nota allo staff delle edizioni americane delle testate del gruppo, il CEO Bob Sauerberg avrebbe definito l’operazione come “fase successiva” della strategia avviata nel 2014. Allora il paywall è stato adottato per i contenuti di The New Yorker , mentre nel febbraio e nell’aprile 2018 è stato esteso, rispettivamente, a quelli di Wired e Vanity Fair. Questi ultimi consentono ai lettori di leggere solo alcuni articoli gratuiti al mese, ma non avrebbero risentito negativamente, in termini di traffico, dei paywall.
In uno scambio di email con Fashionista, Sauerberg ha dichiarato che ogni testata svilupperà una sua strategia specifica di contenuti a pagamento e che non ci sarà nessun “modello universale” applicato dall’alto.
A spingere per il paywall sarebbe Pamela Drucker Mann, direttore marketing di Condé Nast, che in un’intervista al Wall Street Journal ha spiegato che “quando si dà un prezzo a qualcosa, significa avere fiducia nel prodotto”.
Lo scorso novembre, la casa editrice ha annunciato la fusione di Condé Nast e Condé Nast International in un’unica società.