In due anni, ha abbracciato la sfida di passare da azienda monomarca a gruppo globale multimarca. Marco Palmieri, CEO e presidente dell’azienda, ha raccontato il percorso di Piquadro, marchio bolognese di pelletteria, al 23° Fashion & Luxury Summit Pambianco-Deutsche Bank, con le acquisizioni di The Bridge e Lancel. L’imprenditore ha spiegato l’evoluzione del suo gruppo e le sfide future, lasciando intendere di essere pronto a ulteriori operazioni nei prossimi due anni. Sul tavolo, infatti, Palmieri ha già due dossier, uno italiano e l’altro internazionale. Nel mentre, la sfida è valorizzare i marchi già in portafoglio.
Come è avvenuta l’evoluzione di Piquadro?
Con il nostro primo marchio, Piquadro, è stato fatto a suo tempo un percorso molto sano e prudente, abbiamo governato l’azienda con estremo rigore. Dopo qualche anno ci siamo ritrovati con un’azienda sana, che produceva cassa, non aveva debiti e che addirittura aveva un esubero di capitale e di competenze. Il bivio era continuare a crescere di qualche punto o provare a fare qualcosa d’altro. Ed ecco che, un paio di anni fa, abbiamo trovato sulla nostra strada The Bridge, un’azienda familiare cui potevamo dare una svolta. E così è stato: dopo averla acquisita, il marchio è tornato a fiorire, e anche a livello di ricavi è passato da 19 a 28 milioni.
Da lì ci avete preso gusto…
Abbiamo capito di essere capaci di rispolverare un’azienda mantenendone però i valori. Abbiamo continuato a guardarci in giro e abbiamo trovato in pancia a uno dei gruppi del lusso più importanti, Richemont, un altro piccolo gioiello. Così abbiamo rilevato Lancel, una griffe molto nota in Francia, ancora in salute e con un passato glorioso.
La trattativa è stata molto diversa da quella con la famiglia proprietaria di The Bridge, per cui il marchio non era un asset, ma un vero e proprio pezzo di cuore.
Da realtà conservativa siete passati ad avere un atteggiamento più aggressivo. Continuerete con questo approccio d’ora in poi?
Prima vogliamo capire se anche con Lancel riusciremo a fare quello che vogliamo. È inevitabile che tra le 300 persone, principalmente basate in Francia, che lavorano per il marchio, aleggi ancora lo ‘spirito’ di Richemont: stiamo cercando di convincerli, se così si può dire. L’obiettivo più interessante, per ora, è integrare tutte e tre le aziende. Ci interessa creare una struttura corporate che condivida gli aspetti essenziali della gestione. Vogliamo mantenere ben distinte la parte distributiva e l’immagine dei brand, ma cerchiamo di mettere in comune alcune strutture, come la ricerca e sviluppo, la logistica, la finanza e la piattaforma digitale. Inoltre, sarà interessante anche costituire un management di livello per tutti e tre. Ad oggi Piquadro fattura 80 milioni, The Bridge poco meno di 30, Lancel tra i 50 e i 60: è una sfida.
Avete in mente altre acquisizioni?
Dopo aver completato questi processi, naturalmente sarà interessante valutare altre operazioni. Ci auguriamo che in futuro si possa arrivare a un altro paio di acquisizioni. Riceviamo quotidianamente dei dossier, e al momento ne abbiamo due sul tavolo, uno italiano e l’altro internazionale.
di Caterina Zanzi