Chanel dice addio alle pelli esotiche. La storica maison francese non utilizzerà più pelli di coccodrillo, serpente, lucertola e razza (galuchat) specificando le motivazioni in un comunicato ufficiale: “Controlliamo costantemente le nostre filiere per assicurarci che rispettino le nostre aspettative di integrità e tracciabilità. In questo contesto, la nostra esperienza ci conferma che sta diventando sempre più difficile procurarsi pelli esotiche che corrispondano ai nostri standard etici. Per cui abbiamo decido di modificare il nostro approccio prendendo la decisione di non usare più pelli esotiche nelle nostre prossime creazioni”.
Il brand specifica inoltre che, in seguito a questa scelta, lo studio creativo sarà spronato a ricercare nuove opportunità per garantire prodotti di lusso che rispettino il proprio dna fatto di esperienza ed eccellenza. Tra poche ore Chanel sfilerà all’interno del Metropolitan Museum of Art di New York presentando la collezione pre-fall 2019.
La svolta di Chanel apre un nuovo varco nella filosofia green che da qualche anno sta contagiando le griffe del lusso. Se marchi quali Gucci, Armani, Versace, Burberry e Jean Paul Gaultier hanno gradualmente scelto di bandire le pellicce animali dalle proprie produzione finora poche griffe avevano manifestato il medesimo impegno per le pelli esotiche. I prodotti realizzati in questi materiali, peraltro, si distinguono inoltre per essere tra i più costosi sul mercato (su alcune piattaforme di reseller, per esempio, borse di Chanel in coccodrillo vengono proposte tra i 10 e i 15mila euro).
Altre aziende di settore hanno invece scelto di percorrere altre vie per supervisionare le proprie forniture. Ad esempio Kering, cui fanno capo Gucci, Balenciaga e Saint Laurent, ha investito in una fattoria di pitone in Tailandia, come ricorda Business of Fashion.