“Abbiamo bisogno di cambiamenti forti, altrimenti il rilancio non funzionerà. E siamo pronti a questi cambiamenti forti”. A parlare è Anders Kristiansen, CEO di Esprit dallo scorso marzo (la nomina è poi diventata effettiva a giugno), che con Wwd è entrato nel vivo della strategia che punta a risollevare il business del brand di abbigliamento. Secondo quanto si legge nell’intervista, Esprit è pronta a tagliare circa il 40% dell’organico dei suoi headquarter, accorpando, ad esempio, i cinque uffici tedeschi in una sola unità, e riducendo il suo avamposto di Hong Kong, dove la società Esprit Holdings Limited è quotata. L’azienda taglierà anche il suo network di store, partendo da quelli in perdita.
“La ristrutturazione -si legge su Wwd – contribuirà a un taglio dei costi da 1,5 a 1,7 miliardi di dollari di Hong Kong (tra circa 168 e 176 milioni di euro) e dovrebbe portare l’azienda in breakeven entro due o tre anni”.
Esprit ha chiuso i 12 mesi al 30 giugno scorso con un rosso di 2,55 miliardi di dollari di Hong Kong (circa 288 milioni di euro), a fronte di ricavi in calo dell’11,1% a 15,5 miliardi.
All’ordine del giorno, infine, anche la necessità di un rinnovo dell’offerta: “Dobbiamo elevare la qualità e migliorare il fit dei capi – ha concluso Kristiansen – e dobbiamo sviluppare uno stile più identificativo”.