Calzedonia accelera sul made in Africa. Il gruppo italiano dell’intimo, infatti, ha inaugurato lo scorso fine settimana la sua prima fabbrica del Continente, in Etiopia. Come si legge sulla stampa internazionale l’hub, situato a Mekelle, darà lavoro a 1.100 persone e si stima che da qui verranno esportati in Europa prodotti per un valore di circa 680mila euro al mese. L’investimento per il nuovo centro, dove si produrranno leggings, calze e costumi da bagno da donna, uomo e bambino è stato di 13 milioni di euro.
Sandro Veronesi, patron del gruppo, aveva anticipato l’intenzione di aprire un hub nel Nord Africa già qualche mese fa. Una zona sicuramente interessante, grazie a una serie di incentivi fiscali, alla promessa di investimenti e, soprattutto, a un’ampia disponibilità di manodopera a basso costo.
Il Governo dell’Etiopia, nello specifico, sta cercando di sviluppare l’industria della moda. In quest’ottica, di recente, ha avviato un parco industriale ad Adama, vicino ad Addis Abeba, che genera oltre 30 milioni di dollari di esportazioni per svariati marchi di abbigliamento fast fashion. E nei progetti c’è già l’inaugurazione di tre nuovi hub, nel corso del 2019, per rafforzare la produzione tessile del Paese.
Nel 2017, i ricavi del gruppo Calzedonia, cui fanno capo il marchio omonimo, oltre ai brand Intimissimi, Tezenis, Falconeri, Signorvino e Atelier Emé, hanno raggiunto i 2,3 miliardi di euro, in aumento dell’8,7% rispetto all’esercizio precedente.