La riuscita della fashion week di settembre, diventata ‘super’ grazie a Milano XL (si veda a tal proposito l’analisi nelle pagine precedenti), passa anche dalle performance delle fiere di settore, dedicate principalmente a calzature e pelletteria. Micam e Mipel, a un anno esatto dallo spostamento del calendario a ridosso delle settimane della moda di febbraio e settembre, fanno i primi bilanci. Auspicando che il cosiddetto Tavolo della Moda, che ha fortemente voluto questo slittamento di agenda, possa continuare anche per le prossime stagioni.
I SALONI ASPETTANO I BUYER E SCONFINANO IN CITTÀ
È passato esattamente un anno da quando le due kermesse hanno ottenuto lo slittamento in avanti del loro calendario; per consuetudine, e nonostante diverse lamentele, le fiere si sono sempre tenute distanti dalla settimana della moda, a fine agosto in estate e ai primi di febbraio in inverno. Generando scompiglio nell’agenda dei buyer, costretti a fare ritorno a Milano dopo dieci o quindici giorni per assistere anche alle sfilate e presenziare agli appuntamenti in showroom. Dallo scorso settembre, la svolta: al ritorno dalle vacanze, Micam e Mipel danno di fatto il via alla fashion week, chiudendo i battenti proprio il giorno prima dell’inizio dei défilé. Un segnale da molti interpretato come una riuscita nell’ottica di “fare sistema” e “rendere grande Milano”. A livello numerico, il cambiamento ha convinto a metà. All’edizione dello scorso settembre, il primo banco di prova, i visitatori sono cresciuti del 17% a Mipel e del 5,6% a Micam; lo scorso febbraio, invece, i buyer sono aumentati del 5,6% alla prima fiera, mentre si sono tenuti stabili alla seconda. Gli organizzatori, Assocalzaturifici e Assopellettieri, si dichiarano comunque entusiasti e contano di raccogliere i risultati sulla distanza. “Credo si tratti di un investimento a medio termine che riscuoteremo man mano che si andrà avanti”, commenta a Pambianco Magazine Riccardo Braccialini, presidente di Mipel. “A febbraio c’è ancora un piccolo gap tra fiere e sfilate che contiamo di riuscire a compensare già dall’inizio del 2020. Nel frattempo, il messaggio è già stato recepito: dopo lunghi anni di ‘guerre’ ed egoismi, in cui ogni associazione era concentrata su se stessa, si è riusciti ad ottenere una visione di insieme, culminata nella creazione di Confindustria Moda, una camera di regia che ci fa viaggiare tutti dalla stessa parte”. Dello stesso parere Danny D’Alessandro, CEO e general manager di Mipel, che chiosa: “Stiamo lavorando a stretto contatto con i buyer perché trovino nella nostra fiera una piattaforma importante: non è un caso che l’ultima conferenza stampa del salone si sia tenuta proprio nella sede di Camera Italiana dei Buyer Moda”. Allineata Annarita Pilotti, presidente di Assocalzaturifici: “Con questa nuova organizzazione, ai buyer e alla stampa viene consentito di ‘fare tutto’ in 10 giorni, e questa è la conquista più importante. E per l’edizione di settembre ci aspettiamo un ulteriore importante aumento in termini di visitatori”. Il lavoro, almeno stando alla prima edizione della Milano XL, dovrebbe essere su due fronti: le fiere, da un lato, e, dall’altro, la partecipazione e il contributo di Micam e Mipel ai vari eventi dislocati in città per coinvolgere cittadini, visitatori e partecipanti con il racconto di ciascuna parte della filiera. Il condizionale è d’obbligo in seguito al cambio di Governo, e in ragione del fatto che occorre comprendere le indicazioni dell’attuale Esecutivo sul tavolo della moda. Tanto che, interrogata sul tema, a fine luglio, Confindustria Moda non ha preso posizione. La speranza, comunque, è che il progetto di aggregazione del sistema moda, lascito della gestione Calenda-Scalfarotto, possa proseguire anche nei prossimi anni. “Ho già incontrato sia Salvini che Di Maio e ho ribadito loro l’importanza che il passato governo di Renzi, insieme a Calenda, ha dato alla moda. Un’attenzione che nessuno dei governi precedenti, ci tengo a dire, aveva dedicato. Mi auguro che con la nuova gestione non si butti via quanto di buono fatto negli ultimi anni”, conclude Pilotti. Il banco di prova, comunque, è ai nastri di partenza e i riflettori puntati sul sistema moda, come sempre, ne decreteranno vittorie e fallimenti.
di Caterina Zanzi