L’avventura di Kering nell’eyewear sembra aver ingranato la marcia. A tre anni dalla creazione di Kering Eyewear, polo degli occhiali messo in piedi a Padova dal colosso del lusso francese di François-Henri Pinault e affidato a Roberto Vedovotto (ex manager di Safilo), il business è in accelerazione: +32% nei primo semestre 2018. Dalla presentazione della relazione semestrale agli investitori del 7 giugno scorso, riporta il Corriere del Veneto, è emerso che le royalties incassate dai vari marchi del gruppo Kering, sono in crescita proprio per l’incremento negli occhiali.
Il quotidiano sottolinea poi quanto sia significativo l’aumento delle vendite degli occhiali delle singole griffe nel 2017, in gestione diretta, rispetto a quanto registrato nell’ultimo anno di licenza. Così le vendite di Gucci sono in aumento del 15%; e, su dimensioni minori, la crescita è del 100% per Alexander McQueen, del 150% per Puma, del 200% per Bottega Veneta, del 250% per Saint Laurent e del 350% per Stella Mc Cartney.
Dando uno sguardo ai dati di bilancio di Kering Eyewear si evince che i 10 milioni di fatturato nel 2015 sono diventati 74 nel 2016 e 352 nel 2017. E anche il 2018 non sembra da meno: i ricavi della prima parte dell’anno salgono del 32%, a 262 milioni di euro, rispetto ai 208 del 2017, trainati anche dai risultati del primo anno di gestione di Cartier (è di poco più di un anno fa l’ingresso del gruppo svizzero Richemont come socio di minoranza). Un’azienda che, in un triennio dalla partenza, oggi è diventata anche profittevole: il 2017 è stato già in utile per 2,5 milioni di euro (26 milioni le perdite invece nel 2016). Kering Eyewear, riporta il quotidiano, ha dichiarato agli investitori che l’obiettivo finale, senza indicare la data, è di superare i 750 milioni di ricavi. Mentre il risultato ante-oneri finanziari (Ebit) dovrà salire dal 5 al 10% sul valore totale delle vendite.
Per l’azienda, che ha base a Villa Zaguri, si parla poi di importanti novità sul fronte degli investimenti e di nuove griffe. Nel 2019 sarà inaugurato nel padovano, a Vescovana, un nuovo magazzino con 100 dipendenti, mentre, tra le ultime griffe passate nelle sue mani, ci sono Montblanc e Balenciaga (entrambe precedentemente affidate al gruppo Marcolin, che a sua volta ha dato vita a Thélios, il polo dell’occhialeria firmato Lvmh). Il risiko dei big dell’occhialeria è una partita ancora tutta da giocare.