Un altro caso di ‘misconduct’, un altro manager che lascia. Questa è la volta di Clarks, che ha annunciato che il suo CEO Mike Shearwood ha abbandonato il proprio ruolo in azienda, che rivestiva dall’ottobre del 2016, a seguito di un’investigazione su “lamentele su una condotta contraria al codice etico della famiglia proprietaria del brand”. L’azienda ha aggiunto come diversi aspetti della “condotta, delle conversazioni e delle espressioni” utilizzate da Shearwood fossero andate diverse volte in senso contrario al comportamento che ci si aspetta dagli impiegati aziendali. A seguito di questo terremoto, l’azienda di calzature ha nominato Stella David, già senior independent director di Clarks, CEO ad interim.
Il caso di Clarks è solo l’ultimo di una serie di episodi che hanno riguardato le aziende di moda e accessori, e che hanno visto diversi manager dimettersi dal proprio ruolo. Soltanto lo scorso giugno, per esempio, Paul Marciano si è dimesso dal ruolo di presidente esecutivo di Guess, al termine di un’indagine interna sulle accuse di comportamento improprio da parte del co-founder e chief creative officer della fashion house americana.“L’indagine ha rinvenuto che in alcune occasioni Marciano ha avuto uno scarso giudizio nelle sue comunicazioni con modelle e fotografi mettendosi in situazioni per cui le accuse di comportamento improprio potevano essere sollevate”, avevano fatto sapere da Guess.
A marzo, invece, a dimettersi era stato il brand president di Nike, Trevor Edwards, a causa di “comportamenti che non riflettono i valori di integrazione, rispetto e responsabilizzazione dell’azienda”, e insieme a lui almeno altri sei executives uomini avevano lasciato o annunciato di essere pronti a lasciare l’azienda.
E all’inizio dell’anno, l’onda dei ‘misconduct’ aveva travolto alcuni dei più celebri fotografi di moda, tra cui Patrick Demarchelier, Bruce Weber, Mario Testino e Terry Richardson.