Le esportazioni continuano a trainare l’industria conciaria italiana. Secondo i dati diffusi da Unic (Unione Nazionale Industria Conciaria) relativi ai primi nove mesi, si stima di chiudere il bilancio 2017 con esportazioni in aumento del 9% in volume e dell’1% circa in valore, in controtendenza rispetto ai risultati 2015 e 2016. Una crescita internazionale che a fine anno, si legge in una nota ufficiale, “dovrebbe tradursi in un leggero aumento della produzione totale in volume e in una rassicurante stabilità in valore”. Sono 125 i Paesi di destinazione di un export che, all’anno, vale più di 4 miliardi di euro, cifra che corrisponde a oltre il 75% della produzione nazionale (nel 1992 la quota era pari al 35%), pari a circa 5 miliardi.
L’industria conciaria italiana impiega 17.612 addetti in oltre 1.200 aziende. Tra le destinazioni d’uso, persistono il buon andamento della domanda per interni auto e la sostanziale positività dell’arredamento. La clientela moda lavora a macchia di leopardo: la pelletteria si conferma generalmente più brillante della calzatura, con una persistente attenzione al prezzo.
Tra i principali Paesi esteri di destinazione risulta significativa la crescita dell’area cinese, tornata in positivo dopo due anni: +7 per cento. Bene Regno Unito (+7%) e Vietnam (+14%), mentre appaiono invariati i flussi verso gli USA, dopo sette anni di continui incrementi. Nel contesto dell’Unione Europea cresce la Francia, rallentano le altre principali nazioni e, a dimostrazione di come sia cambiata la mappa della delocalizzazione manifatturiera, diminuiscono le spedizioni verso Romania, Tunisia, Bulgaria e Serbia, mentre crescono Albania, Repubblica Ceca e Ungheria.