Kering distribuirà il 70% delle azioni di Puma ai propri azionisti, riducendo quindi la sua partecipazione nel brand dello sportswear dall’86% al 16 per cento. Ad annunciarlo in una nota ufficiale è stato lo stesso gruppo del lusso, precisando come Artémis, primo azionista di Kering, resterà in Puma con una quota di circa il 29 per cento. Il flottante di Puma, che nel 2016 ha fatturato 3,62 miliardi di euro, salirà al 55 per cento. Secondo quanto dichiarato dallo stesso François-Henri Pinault, chairman e CEO del colosso francese, l’operazione, su cui gli azionisti di Kering dovranno esprimersi il prossimo 26 aprile, permetterebbe al gruppo “di concentrarsi sullo sviluppo delle sue maison di lusso” (tra le altre Gucci, Bottega Veneta e Yves Saint Laurent) e agli shareholders di “beneficiare direttamente della capacità di Puma di creare valore in futuro”. Kering ha archiviato il terzo trimestre 2017 con ricavi pari a 3,93 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 3,18 miliardi dello stesso periodo del 2016. La crescita organica è stata del 28,4 percento, trainata dalla performance di Gucci.
La cessione della maggioranza di Puma non è una mossa inattesa. Le ipotesi sulla possibile distribuzione delle quote di Puma agli azionisti di Kering hanno iniziato a circolare lo scorso ottobre, sollevate dagli azionisti di Bernstein, che la ritenevano più probabile rispetto alla cessione a un investitore industriale o finanziario. Dal canto loro. le speculazioni sulla possibile cessione del gruppo di Herzogenaurach si susseguono da diversi anni, di volta in volta smentite da François-Henri Pinault. Dallo scorso aprile, il numero uno del colosso del lusso non fa più parte del consiglio d’amministrazione di Puma, in cui copriva la carica di vicepresidente.